Sui due gemellini nati e non riconosciuti

La stampa locale ha dato risalto alla notizia di una donna che ha partorito al S. Croce di Fano due gemellini e poi non li ha riconosciuti, lasciandoli dunque a disposizione dell’autorità giudiziaria per le procedure di affidamento-adozione.
Anche se può sembrare paradossale, vorremmo dire alla donna: brava! Ha forse compiuto la scelta del male minore. Di fronte alla possibilità che la Legge le dava di abortire, sopprimendo una vita, ha forse preferito che la vita venisse al mondo e possa ora crescere anche se lontano da sé e sotto la responsabilità di altri. Ha dimostrato coraggio. Ha forse capito che quella vita non le apparteneva del tutto.
Certo, non si tratta di un scelta positiva in assoluto, quale sarebbe stata quella di poter riconoscere i bambini e crescerli con l’aiuto di qualcuno. Ma forse questo aiuto non vi è stato (il che sarebbe enormemente colpevole per tutta la società e la rete dei servizi locali) o non lo si è saputo cercare o accettare. Difficile dirlo. In ogni caso, se non un bene, la scelta compiuta dalla donna rappresenta un “male minore” e testimonia una possibilità che la Legge consente in alternativa al “male maggiore” di sopprimere la vita. Bisognerebbe pensarci di più.

Samuele Giombi
(vicepresidente Bene Comune -Fano-)

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