Tombari non sia rieletto.

tombariolio

Dopo le ultime affermazioni del sindaco (uscente, per fortuna) Aguzzi, siamo tristemente confusi perché per dirla popolarmente non sappiamo se “ci è o ci fa”, ma in entrambi i casi è ugualmente  gravemente colpevole. Siamo perplessi perché  pensiamo che, riguardo ai recenti fatti riguardanti la Fondazione Cassa di Risparmio ed il suo Presidente,  non possa non sapere,  e che,  mischiando stracci con la seta,  tirando in ballo altre Fondazioni che non si trovano assolutamente nella stessa situazione di quella di Fano, ,  voglia  confondere le acque e salvare l’impossibile.  Siamo avviliti  anche perché, come è successo tante altre volte vediamo che  la città non reagisce. Eppure le cose sono note  e suffragate da una valutazione terza , quella di Banca d’Italia e rese pubbliche da un articolo di un giornale nazionale il Fatto Quotidiano che il 13 novembre del 2013 a pag 12  pubblicava riguardo al Crac di Banca Marche, tutte le cose che si sapevano da tempo anche riguardo la Fondazione Carifano.

 Nell’articolo fra le varie notizie infatti si riportava che: “…. gli ispettori si sono occupati anche dell’immobiliare Bologna Uno, che fa capo all’imprenditore Stefano Mattioli. L’esposizione di 25 milioni circa presenta alcune criticità, tra le quali colpisce il fatto che azionista della società, con il 10 per cento, è l’Immobiliare Uffreducci, riconducibile all’ingegner Fabio Tombari”( legale Rappresentante di Bologna Uno come risulta dal documento istruttorio del comune di Bologna del 20/12/2007).” Lo stesso Tombari che è anche Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, azionista di Banca Marche”

Bene Comune da anni parla del conflitto di interesse, che sebbene non abbia rilevanza giuridica lo ha e molto dal punto di vista morale , di Fabio Tombari , cioè il dispensatore di soldi ad una miriade si associazioni ed il realizzatore di immobili di utilità generale per la cittadinanza, in accordo con la giunta comunale. Il problema è che, poi, tale persona è anche azionista di una miriade di società del settore costruzioni che chiedono permessi a costruire al comune di Fano (la vicenda dello zuccherificio è esemplare, tormentata, opaca, ancora non ultimata) ed è inoltre il tecnico progettista per le stesse attività. Non a caso si è formata la cappa di piombo che noi da tempo evidenziamo.
Come abbiamo visto il conflitto di interesse non termina qui. Investe anche Banca Marche perché Tombari, come Presidente di Fondazione Carifano, è azionista di Banca Marche tramite i 45 milioni di euro della Fondazione, in gran parte compromessi. Investimento fortemente voluto da Tombari, in tre momenti diversi, e che noi abbiamo giudicato “non prudente” (Sul sito di bene comune le nostre valutazioni in proposito ed anche qui allegate). Ma oggi capiamo qualcosa di più. E lo dobbiamo ad un organismo tecnico e indipendente come la Banca d’Italia. E nel verbale ispettivo – abbiamo letto dalla stampa – è scritto che Banca Marche ha erogato il finanziamento a “Bologna uno” senza una adeguata istruttoria (“l’istruttoria si è per lo più basata su documentazione incompleta”). Non è buona cosa dare così tanti soldi senza istruttorie approfondite. Non ne saranno così contenti i cittadini meritevoli a cui magari è stato negato il fido.
Oggi insomma sappiamo, da un organo tecnico, che anche un’erogazione di un credito è stata anomala, non lineare, non corretta. Non sappiamo se ci sono altri casi simili, direttamente o indirettamente, riconducibili a Tombari. In ogni caso, prima sapevamo solo che  Tombari  aveva acquisito azioni di Banca Marche (favore?),  ora sappiamo anche che  Banca Marche a erogato finanziamento a Tombari (legale rappresentante  di “Bologna uno srl” e azionista della stessa tramite l’Immobiliare Uffreducci, favorre?). Quindi, contrariamente a quanto afferma il Sindaco,  Banca d’Italia ha controllato e segnalato più che opportunamente i fatti, mi sembra che non li si voglia vedere.

La cosa era stata discussa anche in Consiglio comunale ed anche lì  Bene Comune aveva dubitato delle conclusioni  e  delle motivazioni espresse  dal presidente  Tombari  per giustificare l’investimento azionario in Banca delle Marche. Tantomeno la sua rivendicazione dell’”AUTONOMIA” della Fondazione che deve rispondere solo al Ministero dell’Economia e delle Finanze che ne ha la vigilanza. Affermazione ineccepibile da un punto di vista formale, sulla base dello statuto,  ma assolutamente contestabile nella sostanza perché il patrimonio della Fondazione nasce dal territorio ed  i suoi abitanti, i cittadini in carne ed ossa, hanno il diritto di giudicare una “governance” che non è riuscita a tutelarne l’integrità. In consiglio comunale la perdita è stata quantificata  in 31 milioni di euro. E’ una cifra ovviamente solo indicativa e non definitiva perché derivante dall’andamento della banca oggetto di investimento. Affermazione allora negata oggi purtroppo come da noi previsto avverata.

Oltre alle ipotesi di conflitto di interessi contestiamo alla “governance” di Fabio Tombari  una INOSSERVANZA DEL PRINCIPIO DELLA PRUDENZA. Principio cardine per la conservazione del patrimonio suggellato nei documenti della Fondazione e da ultimo dal suo  Programma Pluriennale di Attività. Una IMPRUDENZA che si è evidenziata più volte. Ripetendosi in 3 momenti, distanti tra loro, tutti volti ad accrescere l’ammontare di soldi investiti per comprare le azioni di Banca delle Marche: il 6.8.2009 28 milioni di euro per comprare il 2% di BdM; il 22.10.2010 altri 11,3 milioni di euro per comprarne l’1,3%;  infine 6,2 milioni di euro spesi per partecipare all’aumento di capitale nel periodo febbraio-giugno 2012. Se volessimo seguire le parole di questi giorni del Presidente, che sottolinea l’impossibilità di immaginare quello che stava avvenendo,  potremmo giustificare il primo acquisto  ma non certamente i due successivi

Opportunità vorrebbe che di fronte a tutti questi fatti Fabio Tombari non si riproponesse alla guida della Fondazione, ma siccome veniamo a sapere dalla stampa l’intenzione di non seguire questo buon consiglio, invitiamo i consiglieri elettori,  la città ed i suoi rappresentanti (alcuni per la verità lo hanno fatto) ad intervenire  perché si eviti di riaffidare  il governo di questo importante ente cittadino alla persona che, oltre ad avere già fatto due mandati,  ha mostrato  tutte le contraddizioni che con dovizia di particolari abbiamo spiegato.

Ma crediamo che la stessa attenzione  e preoccupazione dovrebbe essere riservata al candidato Aguzzi ed al suo cavalier servente Del Vecchio che garantiscono che tutto ciò rimarrà invariato, e poi su tutto questo stupisce anche che il candidato Seri e la sua coalizione non abbiano nulla da dire.

Concludendo con una vecchia battuta di Arbore meditate gente , meditate!!! , ne ha diritto la città di Fano ed il circondario di Carifano.

Carlo de Marchi
Presidente Ass. Bene Comune

 

Leggi anche:
Il declino di Fabio Tombari 9 settembre 2013
La Governance di Fabio Tombari 20 settembre 2013

 

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ALLEGATO

Perché secondo noi è stato un investimento IMPRUDENTE.

1)     Perché lo scambio di azioni di Banca delle Marche è stato sempre illiquido, ed oggi addirittura inesistente. La negoziazione è infatti tutta interna all’istituto e non in un mercato regolamentato. La vendita è possibile solo per piccoli lotti, quelli acquistabili da singoli privati, con grosso impatto sulle quotazioni del titolo. La vendita dell’investimento della Fondazione non può avvenire su tale mercato, che è solo un punto di riferimento. Potrà avvenire solo quando (a che prezzo?) si presenterà una controparte disponibile a fare un grosso acquisto perché crede nell’investimento. Diverso sarebbe stato un investimento in un mercato regolamentato come ad esempio quello dei titoli di stato,  che ha una quotazione in borsa, poca differenza tra prezzi di acquisto e prezzi di vendita e dove il disinvestimento di 45 milioni di euro non creerebbe ripercussioni sulle quotazioni;

2)     Perché, da alcuni anni, è consigliabile stare “sul breve” e non investire in maniera stabile in azioni, per definizione rischiose. Dal 2007 viviamo infatti una crisi finanziaria che ha assunto caratteri globali passando dalle attività finanziarie a quelle reali, dall’America all’Europa e all’Italia. Una crisi che ha ridotto la capitalizzazione di borsa, riducendo il valore delle azioni del sistema bancario (quindi perché investirvi?) e quelle delle imprese manifatturiere. In un contesto di attività economiche diventate più rischiose non è più prudente puntare su investimenti di breve scadenza e facilmente smobilizzabili?

3)     Gli stessi certificati di deposito od obbligazioni Banca delle Marche avrebbero reso molto di più perché da tempo quella banca ha problemi di liquidità e si è posta sul mercato della raccolta con tassi elevati. Come non soppesare adeguatamente tale segnale? Chi deve investire 120 milioni di euro, può trascurare ciò?

4)     Perché eccessivamente concentrato l’investimento in azioni Banca Marche non rispettando il principio del frazionamento del rischio. Tanti soldi, tutti investiti in una sola banca. E neanche la banca d’origine, la Carifano, che era stata totalmente venduta.  Ben l’86% delle “partecipazioni strategiche” possedute era investito in Banca delle Marche. Per di più in un contesto dove le “partecipazioni strategiche” sono significative, pari a 53 milioni ovvero il  33% del patrimonio aziendale.

5)     Di metodo perché si è, di fatto,  delegato ad altri cioè al giudizio di società di consulenza (Prometeia) e di revisori, e non a se stessi, la responsabilità dell’investimento (così in consiglio comunale). Ciò ci appare grave perché nel Bilancio 2012 si afferma che “tale investimento ha natura strategica e durevole”. Ciò auguriamo che vengano detti i motivi di tale fiducia;

6)     Perché l’investimento è stato effettuato non solo senza l’acquisizione di informazioni “di prima mano” sulla qualità dell’azione (doverosi per l’ammontare dell’investimento), ma neanche si è valutato il contenuto dei documenti che la Banca forniva al mercato. Difatti nel luglio 2011 veniva approvato il piano industriale 2011-2013 volto a porre rimedio a due debolezze strutturali di Banca Marche: la liquidità ed il patrimonio. Livelli da raggiungere per soddisfare nel tempo i vincolanti criteri di Basilea 3.

7)     Infine per valutare la convenienza o meno dell’aumento di capitale del 2012 bastava leggere le 290 pagine del Prospetto Informativo depositato in Consob il 6.2.2012 e non basarsi sulla  paginetta con la valutazione da parte della società di consulenza Prometeia. Prospetto Informativo reso disponibile al mercato finanziario con la pubblicazione sul sito di Banca Marche, ove è tutt’ora. In particolare si poteva leggere pagina 134 ove le debolezze della banca venivano doverosamente esposte. In varie parti emerge il problema della liquidità per l’ammontare degli impieghi  superiore alla raccolta, per l’indebitamento interbancario netto crescente da anni, per il ricorso notevole al rifinanziamento della BCE. Ed emerge l’aumento notevole della rischiosità dei prestiti per le sofferenze superiori a quelle del sistema. Sofferenze inoltre non coperte da adeguati accantonamenti. Quindi per la loro copertura sarebbe stato necessario ricorrere al patrimonio. Cosa che è infatti avvenuta nel bilancio 2012 e nella semestrale 2013.

A noi sembra che questi elementi avrebbero dovuto consigliare prudenza. Purtroppo i fatti di oggi avvalorano la nostra valutazione. Certo alcune cose sono emerse in Consiglio Comunale. Ma non tutte. Molti consiglieri sono rimasti soddisfatti delle spiegazioni ricevute, hanno giudicato superflua una ulteriore informativa. E così è stata ritirata, dal consigliere Cicerchia, la sua mozione. Emergeva la  soddisfazione di varie forze politiche. D’altra parte Fabio Tombari aveva assicurato la discussione il prossimo mese di ottobre nella tradizionale Assemblea dei soci.

Noi, invece, siamo convinti che la perdita di Banca Marche sia durevole e che abbia eroso per sempre il patrimonio della Fondazione. La nostra richiesta è che in quella Assemblea si discuta della mozione Cicerchia e dei precedenti 7 punti (mancata prudenza dell’investimento).

1 comment to Tombari non sia rieletto.

  • massimo ceresani

    Le delucidazioni convincono. Ma la quasi totalità della cittadinanza se ne frega, come sempre, di questo e di tutto.

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