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Non ragioniamo da democristiani per favore
di Francesco Amaduzzi

Democristiano di nascita e battesimo mi sono reso conto già da tempo che gli atteggiamenti sbagliati tendono a ripetersi nel tempo con una desolante puntualità.

Nell’era storica dove la complessità mette a dura prova anche le migliori teste pensanti mi ritrovo spesso a dover combattere con gli schematismi che invitano alla semplificazione forzosa, ideologica che vuole a tutti i costi “fare sintesi di antropologie in sé non conciliabili”.
La ragione (che a momenti è semplice ragionevolezza) tuttavia mi sembra ancora l’unico strumento che possiamo utilizzare per affrontare la fatica della politica.
Questa semplice premessa nasce da un percorso professionale che ( insieme al nostro stimato candidato sindaco) da venti anni ogni giorno mi offre l’opportunità di confrontarmi con una parola più grande di me e che mi fa tremare: verità.
Se non avessi visto nei risultati concreti della mia professione le vittorie e i fallimenti dei miei ragionamenti mi farei molti meno scrupoli: parlerei con molta più sicurezza e avrei certezze maggiori ma sicuramente non sarei più vicino alla verità.
Mi spiace per gli amici che cammin facendo ci hanno abbandonato per schierarsi nella maniera tradizionale ma è una cosa assolutamente legittima e rispettabile; con molti di loro c’è un modo di vedere assolutamente sovrapponibile e ho documentato una trasversalità di atteggiamenti positivi che, non escludo nel prossimo futura possano essere utili al “bene comune”.
Ciò che mi rammarica ancora oggi è invece una visione superficiale che sbilancia in una maniera ideologica il bene da una parte e il male dall’altra. Sono convinto che studiando i problemi ci renderemo conto che non è così; la grossa fortuna di questa lista è di essere trasversale e di dover vivere pertanto con posizioni diverse ma che ha scelto come metodo non il discrimine ideologico o l’atteggiamento fideistico e soprattutto che questo nuovo atteggiamento richiede la nostra presenza fisica, le nostre carte di identità le nostre opinioni che non possono essere delegate.
Non comportiamoci da democristiani che per lungo tempo hanno visto comunisti dappertutto (e scusatemi se ve lo dico ma per un lungo periodo è stato necessario) ma che quando la storia li ha resi inoffensivi pur di mantenere il potere politico hanno svenduto tutti i beni di famiglia; mai come ora abbondano i democristiani.
Loro sanno comportarsi per mantenere un “potere politico”.
A noi non interessa. Io so che al di la di che cosa saremmo in grado di fare (io, personalmente investo su Giorgio, Carlo e Gabriele che hanno anche capacità oltre che idee chiare e onestà intellettuale anche se ovviamente non è una delega in bianco).
Getteremmo le basi per influire sul pensiero e sul modo di ragionare di questa città che mi sembra il vero grande problema.
Questo da fastidio, lo so perché tocca i nervi scoperti della propaganda ideologica.
Il potere politico passa, l’ideologia si sedimenta e produce guai.
Pensate alla storia 40ennaria della vita politica fanese:
nella nostra città ogni anno vengono sacrificati nell’indifferenza 350bambini senza che questo possa diventare un problema per la città.
Ogni giorno passano davanti a casa mia migliaia di macchine con il relativo inquinamento. Potrei battermi a ragione veduta per fare una lotta serrata per la costruzione dell’interquartieri ma sono assolutamente convinto che ancor prima del traffico a Fano esiste il problema di chi non può nascere; questo è uno dei problemi “politici” più gravi di Fano.
Di fatto la cultura “fanese” è una cultura che ha completamento rimosso il problema. Riuscissimo ad incidere solo su questo sarebbe una svolta per il bene comune.
Non vi preoccupate per chi vincerà le elezioni, tra tutte le quotidiane tragedie ce ne sono di peggiori comunque andrà a finire.
Preoccupiamoci di mantenere intatta tutta la nostra “umile” identità per dimostrare la validità del nostro ragionamento.

Buon lavoro
Francesco Amaduzzi

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