L’ULTIMO (SI SPERA) GIRO DI VALZER DI AGUZZI SULLA PELLE DELLA PADALINO

Le ultime parole di Aguzzi sulla Padalino, lasciano un fondo amaro. Offendono per la loro palese deformazione della verità, ma ancor più infondono tristezza per l’inutile gratuità delle loro accuse. Nessuno si sarebbe atteso un atto di contrizione della giunta. “Chiediamo scusa, ci eravamo sbagliati. Ringraziamo quei genitori e quegli insegnanti che si sono organizzati e hanno tenuto duro perché la Padalino rimanesse in centro”. Ma una nota sobria in cui semplicemente si informava la cittadinanza della decisione di lasciare la Padalino dov’era, questo sì. Sarebbe stato un modo almeno dignitoso per chiudere uno dei pasticci peggiori di questa giunta, causato dalla iattanza e di chi avocava a sé un potere decisionale illimitato. Ma anche una vicenda bella, che ha dimostrato la forza ch può assumere una comunità che si organizza autonomamente per tutelare un proprio diritto. Anche per chi l’ha vissuta da semplice cittadino quello dato da molti genitori ed insegnanti, rimane un esempio del quale ci sentiamo di essere grati e che speriamo continui a vivere anche oltre l’emergenza sopravvenuta.

Sarebbe facile dimostrare ora la sostanziale fallacia delle parole di Aguzzi. Il suo discorso affastella questioni sconclusionate, raccontando nuove storie rispetto a quelle dell’autunno scorso. Scaricare oggi su provincia e regione una responsabilità sua e della giunta è un puro ribaltamento della verità. Di fronte a una legge assai contestabile e contestata (la Regione ha sollevato eccezione di illegittimità costituzionale presso la Consulta) la giunta poteva dare immediata esecuzione oppure richiedere la sospensione di un anno. O al massimo limitare i danni predisponendo un piano di dimensionamento poco impattante. Aguzzi scelse la prima opzione perché aveva altre mire. Non ricordiamo forse che il piano di dimensionamento presentato dai genitori della Padalino assai meno impattante del suo non ricevette nemmeno una risposta? Non ricorda che il piano di dimensionamento da lui imposto ricevette parere negativo dalla Provincia?

Ma ciò che più dispiace sono le offese lanciate contro il preside Daniele Sordoni. Questo abuso di una politica della mistificazione, della demolizione dell’avversario, del fango gettato addosso senza ritegno ci ha nauseato e annoiato. Non è nostra intenzione produrre un encomio del preside. Di sicuro non può essergli attribuita tra le sue pecche quella di non aver lavorato per la sua scuola. La Padalino è stata per anni oltre che una scuola valida (al pari di molte altre) un laboratorio civico, una scuola aperta, un luogo di incontro di tutta la cittadinanza. E di questo va dato merito sicuramente al corpo docenti ma anche al preside. Le parole di Aguzzi che fanno di Sordoni una sorta di capopopolo che agita le piazze (in cui non era presente) anziché adoperarsi per la sua scuola, mirano solo a gettare inutilmente discredito su una persona perbene e a squalificare un movimento nato dal basso e che ha compreso genitori, insegnanti e anche alunni.

Purtroppo l’abitudine di Aguzzi ad attaccare gli avversari sul piano personale e non su quello politico appartiene al triste folklore a cui il sindaco ci ha abituato. Si spera che la fine del berlusconismo si porti via anche questa la sua variante fanese e ci lasci una discussione politica anche aspra, ma iscritta dentro regole di convivenza civica e di rispetto reciproco. Per fortuna, alla lettura del suo intervento ci è salito in bocca il sapore di qualcosa di vecchio

Giovani di Bene COmune


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