Il sottoscritto Carlo De Marchi, consigliere comunale di Bene Comune,
premesso
• che negli ultimi 20 anni il Comune di Fano ha speso ingenti somme di denaro per riuscire a rendere potabile l’acqua dell’acquedotto comunale;
• che l’acqua dell’acquedotto comunale è ormai da anni potabile e di buona qualità, spesso superiore a quella di rinomate acque minerali in commercio;
• che l’acqua dell’acquedotto comunale deve rispettare parametri di legge più restrittivi rispetto a quelli cui devono sottostare le acque in commercio;
• che dunque non vi è alcun bisogno di installare costosi sistemi di trattamento dell’acqua in quanto non ne migliorano le caratteristiche chimico-fisico ma anzi talvolta la peggiorano anche dal punto di vista batteriologico;
• che l’uso dell’acqua dell’acquedotto comunale è fortemente raccomandata in quanto ha un minor impatto ambientale rispetto alle acque in bottiglia (che producono enormi quantità di rifiuti, intasano le strade con i camion che le trasportano e che producono emissioni atmosferiche) e costa centinaia di volte di meno;
• che dunque la giunta comunale dovrebbe informare costantemente i cittadini sul fatto che l’acqua dell’acquedotto comunale è potabile e pienamente rispettosa dei parametri di legge;
• che nel numero di Fano Stampa in consegna in questi giorni nella case dei cittadini fanesi, nella penultima di copertina, campeggia a tutta pagina la pubblicità di una ditta che commercializza impianti di trattamento dell’acqua potabile;
• che in questa pubblicità si mette in dubbio che l’acqua che esce dal rubinetto sia realmente potabile, e si invita a valutare l’opportunità di trattarla con adeguati impianti;
interroga il Sindaco per conoscere
• se la Giunta comunale fosse al corrente della presenza di tale pubblicità;
• in caso negativo, se non intenda rescindere il contratto con la ditta che cura la predisposizione di Fano Stampa, che ha dimostrato tanta inettitudine nel non controllare il tipo di pubblicità presente sul giornale;
• in caso positivo, se non intende scusarsi con i cittadini fanesi visto che ha consentito che sul giornale della città che arriva a tutti sia stato messo in dubbio l’operato dell’ASET, tanto da ipotizzare che l’acqua che ci arriva in casa non sia potabile;
• se non intenda rivedere profondamente l’intendimento di giungere ad una fusione con ASPES e Hera, fusione che porterebbe a perdere quasi completamente il controllo sulla gestione e la politica dell’acqua, bene comune dell’umanità, con conseguenze nefaste per tutti.
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