Controllo diffusione pianta infestante

Il sottoscritto consigliere comunale di Bene Comune, constata che nel corso degli ultimi decenni è divenuta preoccupante in tutto il nostro territorio, comprese le zone più belle dei nostri boschi , la diffusione di una pianta chiamata Ailanto.

Ailanto significa “albero del Paradiso”, “albero degli dei”, nella lingua dell’isola Amboyna, nell’arcipelago delle Molucche (Indonesia). La pianta conosciuta con questo nome è originaria dell’Estremo Oriente (Cina e Giappone).
L’ailanto si è però rivelato come una terribile pianta infestante, perché nei nostri climi è praticamente privo di parassiti e di altri nemici naturali, ben più delle robinie che, introdotte più o meno nello stesso periodo, hanno conquistato le brughiere e i parchi di mezza Europa.
Ricordiamo che una specie è detta “infestante” quando tende a svilupparsi e diffondersi in modo tale da alterare sensibilmente l’equilibrio ecologico, a danno di altre specie meno aggressive.
L’ailanto è una pianta robusta, che cresce in ogni tipo di terreno (persino nelle screpolature dei vecchi muri) e non ha particolari esigenze di regolarità per il rifornimento idrico.
Inoltre, con l’estensione delle sue radici, che possono prolungarsi in lunghezza per decine di metri e dare origine a nuovi fusti della stessa pianta, finisce per soffocare la vegetazione autoctona circostante.
L’ailanto ed altri elementi importati, in parte estranei alla flora locale, sottraggono spazio e terreno alla vegetazione indigena, alterano l’aspetto naturale dei luoghi e le possibilità di vita per la fauna locale. In particolare, l’ailanto ha la tendenza a diffondersi e lo si trova in parecchi luoghi allo stato ormai di pianta invadente, che sarà difficile eliminare.
Esso tende a diffondersi nelle zone “residuali”, come i margini delle strade e dei fossi, accanto alla vegetazione spontanea a crescita rapida (canne, salici) e alle robinie, che ormai caratterizzano ampiamente i nostri paesaggi.
Talvolta, con la crescita delle radici negli interstizi dei muri e sotto le fondazioni, arriva a costituire un pericolo per la stabilità dei vecchi edifici.
In alcuni casi, anche sui marciapiedi urbani, alla vista di un albero dalla rapida crescita, la popolazione stessa si è preoccupata di proteggerlo, in nome del rispetto per il verde ornamentale., però basta guardarsi intorno con un poco di attenzione per rendersi conto della virulenza con cui l’ailanto si è diffuso, nel corso di questi ultimi anni.
Premesso tutto ciò, poiché riteniamo che l’atteggiamento da assumere nei confronti dell’ailanto debba essere della massima attenzione e che sono necessarie iniziative costanti di controllo e di estirpazione, in tutti i casi di infestazione, e perché l’eccessiva diffusione della pianta minaccia l’equilibrio della vegetazione locale anche nelle nostre zone collinari, in considerazione anche che il comune di Pavia raccolse, negli anni Settanta, nel suo Piano Regolatore, il principio del rispetto delle associazioni di vegetali di origine locale e della loro protezione da fattori infestanti, con la risultanza oggi di notevoli vantaggi,

INTERPELLA IL SINDACO

– Se mai si è pensato di avviare iniziative di controllo ed estirpazione di tale pianta infestante, al pari dello sfalcio praticato per la vegetazione spontanea dei nostri giardini
– Se al pari si instaurata una sollecita attenzione per evitare che la pianta s’installi sulle murature o al loro piede, perché può comprometterne la stabilità nel giro di pochi anni.
– se sono stati organizzare piani, modi e campagne di sensibilizzazione che puntino non solamente al “salvataggio del verde”, qualunque esso sia, ma alla sua qualità
– Se intende affrontare la sfida, in modo da recuperare una parte del tempo perduto e da non rinviare ulteriormente, di costituire parchi naturali ricchi di vegetazione locale,senza puntare sulla diffusione di specie a crescita rapida, di bassa qualità, e sul “verde per il verde”, senza una progettualità precisa perché così facendo si contribuirebbe solo, come risultato finale, a degradare ulteriormente la qualità del nostro ambiente naturale.


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