Il centrodestra di Fano è contro la famiglia

Il centrodestra fanese è contro la famiglia, ed in particolare è contro il principio di equità fiscale per le famiglie numerose, essendo contrario a far pagare meno tasse, a parità di reddito alle famiglie con più figli rispetto a quelle che non ne hanno.

Infatti il Consiglio Comunale del 17 gennaio ha rigettato con il voto contrario di Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC e La Tua Fano l’ordine del giorno proposto da Bene Comune a sostegno della famiglia. Il dispositivo prevedeva, per i servizi e le tasse comunali, l’ipotesi che il reddito imponibile venisse calcolato non solo in base al reddito percepito, ma anche secondo il numero dei componenti della famiglia.

La cosa paradossale è che il parere negativo della Giunta sul provvedimento proposto è stato dato dall’Assessore Del Vecchio dell’UDC, il partito che a livello nazionale sostiene questa proposta. Ed è stato lo stesso Del Vecchio a lanciare la proposta di una “family card” per nuclei familiari numerosi, provvedimento che non costa niente al Comune, in quanto chiede solo l’intervento della società civile ed in particolare dei commercianti e di altri operatori economici. L’UDC pertanto, in questo caso è doppiamente colpevole ed incoerente.
Tra l’altro la proposta di un “fisco a misura di famiglia” è una delle proposte principali lanciate dal “Forum Nazionale delle Associazioni Familiari”, che è un organismo neutro, non politico, ed a cui partecipano numerose associazioni cattoliche, di cui una delle principali esponenti è stata l’On. Luisa Santolini, oggi deputata UDC, che continua coerentemente a portare avanti questa battaglia anche in Parlamento.

Ma perché questo voto contrario? A mio avviso, essenzialmente per tre motivi. Il primo è prettamente politico: le forze di maggioranza hanno votato no, a prescindere dai contenuti del provvedimento, solo perché era proposto dalla Lista Bene Comune (alla faccia del dialogo e della disponibilità a lavorare per progetti); il secondo è l’incapacità di vedere la trasformazione pratica di un principio in atti concreti di competenza del Comune (e questo la dice lunga sulla cultura amministrativa che hanno queste forze politiche); il terzo, più grave, di tipo culturale, riguarda la non disponibilità ad accettare che le famiglie numerose siano diverse, e quindi da tutelare maggiormente, rispetto a famiglie non numerose o senza figli.
Il dibattito che ha accompagnato questo provvedimento, è abbastanza esplicativo di questi tre motivi da me citati, ed in tal senso ne riporto testualmente i principali passaggi dal Consiglio Comunale del 12 dicembre scorso..
Neuman di Forza Italia ha detto “a Fano oltre il 53% delle famiglie è composto da due persone, e non si può correre il rischio di spostare il carico fiscale dalle famiglie numerose alle altre famiglie. Le famiglie devono essere tutte uguali, altrimenti chi ha sei figli finirebbe per fare un ricatto alla società” (è una affermazione che penso si commenti da sola).
Polidoro di Alleanza Nazionale ha detto “il dispositivo proposto da Bene Comune è un insieme di parole vuote senza nessuna concretezza” (affermazione assai grave perché equipara valori come la famiglia ed il principio di equità fiscale a “parole vuote”).
Francesca Falcioni di Forza Italia ha detto: “la famiglia esiste anche quando i figli non ci sono e non è con la riduzione delle tariffe che si incentivano le coppie a fare figli. Parlare dei problemi della famiglia significherebbe fare delle discussioni lunghissime che non si possono fare qui” (come se questo non fosse un tema trasversale che interessa tanti settori importanti della vita sociale, mentre il Consiglio Comunale dovrebbe parlare solo di Prg o di questioni tecnico-amministrative).
Infine Sorcinelli di Alleanza Nazionale ha detto: “mi fa piacere che ci si cominci a rendere conto che la diminuzione della natalità è un problema. Ma nel merito il dispositivo non è condivisibile, perché per la sua applicazione bisogna entrare nel merito di ogni singola tassa o tariffa”.
Infatti, proprio a causa di questa apertura, il Consigliere De Marchi di Bene Comune aveva dato la sua disponibilità a rinviare l’approvazione dell’Ordine del Giorno per approfondimenti e precisazioni (infatti la proposta, presentata il 26 aprile 2007, era stata rinviata già altre volte per dar modo a tutti i consiglieri di esprimere proposte concrete), ma dopo essere trascorso un tempo sufficientemente lungo durante il quale nessuno, in effetti, ha voluto occuparsene, Bene Comune ha chiesto comunque di votarlo, con l’esito che abbiamo riferito.

Pertanto, dopo tanti discorsi sui valori, chiediamo ai consiglieri di Forza Italia e dell’UDC (ma anche a quelli di Alleanza Nazionale e della Lista civica La Tua Fano) di spiegarci pubblicamente questo voto contrario, cercando di convincerci sui motivi di questa contrarietà non solo con slogan demagogici.

Oggi il “bene” famiglia è da salvaguardare come tale, la famiglia normale e non solo quella con problemi o che presenta situazioni di svantaggio. E’ sempre più necessario promuovere e sostenere la famiglia normale, ed in particolare quelle con figli.
Altrimenti, causa i problemi della società attuale, rischiamo che la famiglia diventi sempre più fragile perché portata a fare meno figli, perché ha sempre minori risorse a disposizione, perché ha sempre meno possibilità di assistere i propri anziani, perché è sempre meno supportata da una scuola che adempie ai propri compiti, perché è sempre meno il luogo delle “pari opportunità”.
Allora bisogna sostenerla come soggetto collettivo, ossia bisogna sostenere le relazioni dentro la famiglia e non solo i singoli soggetti che ne fanno parte. Ma tutti i provvedimenti oggi necessitano di applicare il principio dell’equità fiscale per valorizzare appieno lo sforzo di aumentare la natalità e di garantire le giuste attenzioni ai figli.
Non dare peso ai figli significa non guardare al futuro, significa non progettare azioni a medio e lungo periodo, significa costruire una società sempre più egoista.


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