Quale è il destino dei Servizi Sociali a Fano?

Non può che stupire la grande enfasi data all’inaugurazione della nuova sede dei Servizi Sociali e non una parola su quello che sta avvenendo all’interno degli uffici stessi. Il 20 Aprile se non ci saranno ripensamenti dell’ultima ora, ben sei, una sembra si salverà, dei/delle assistenti sociali perderanno il loro posto di lavoro, e contemporaneamente il Comune di Fano perderà tutto il suo corpo di operatori sociali. Non essere riusciti a sfruttare la possibilità offerta dalla finanziaria credo sia una bella responsabilità. Ad una valutazione dei fatti sembra che questo sia avvenuto solo per i Servizi sociali, gli altri servizi sarebbero riusciti a regolarizzare gran parte dei precari. Valutando le indicazioni poste dalla normativa di legge sembrerebbe che ciò sia avvenuto per non aver prolungato di un giorno l’incarico. Sarebbe stato sufficiente che la scadenza fosse stata il 1 gennaio 2008 rispetto al 31/12/07, che ciò non sarebbe avvenuto. Le attività amministrative spesso richiedono solo attenzione e buon senso. Un “buon padre di famiglia”, se poi in ristrettezze economiche, non si sarebbe fatto sfuggire al mercato, la possibilità di qualche offerta , perché persone competenti ed i loro amministratori “guida” non sono riusciti a sfruttare questa occasione? Come farà l’amministrazione ad affrontare la miriade di problemi che si presentano ai nostri uffici sociali?
Il personale è la risorsa strategica e indispensabile per un servizio che non regge e non può reggere all’impatto della domanda crescente. Ma questa amministrazione ha posto molto più attenzione al tema della sicurezza (per i vigili urbani si sono trovate tutte le soluzioni possibili) che alla rete del welfare. A suo tempo è stato rimpinguato con una squadra di giovani assistenti sociali “precari” a cui si è dato accesso con una selezione pubblica, giovani motivati, ma lasciati purtroppo senza un percorso di accompagnamento necessario di formazione, buttati nella quotidianità con la spada di damocle delle sospensioni, delle interruzioni e con la speranza della stabilizzazione. Speranza venuta meno. Ora occorre prima vedere le domande di mobilità, ma attenti queste domande spesso hanno delle motivazioni poco funzionali. Il Concorso pubblico comporta dei tempi burocratici lunghi, non meno di un anno e nel frattempo come si provvederà?
Non aver valutato nei tempi utili questa situazione che si è venuta a creare è una colpa grave della Giunta Aguzzi.
Poi gli errori “tecnici” sulle sospensioni che hanno creato la difficoltà di mettere in campo i processi di stabilizzazione di cui hanno usufruito altri dipendenti comunali, rimangono un interrogativo di non facile comprensione. Capisco che le leggi e le sanatorie funzionano molto male e creano sempre discriminazioni, se si fosse fatto un concorso pubblico nei tempi dovuti, colpa anche della precedente amministrazione, questo non sarebbe accaduto. Ora il servizio è terremotato, occorre ricominciare a ricostruire partendo dalla dirigenza, cosa non semplice, bisogna mettere mano alla realizzazione di una sede che possa ricongiungere i diversi pezzi, anche fisicamente, bisogna riprendere le fila di una riorganizzazione per settori e aree (i servizi sociali di Pesaro lo fecero 10 anni fa),putroppo sono venute meno professionalità di cui non è facile dotarsi. Per il servizio minori, la dr.ssa Patrizia Giangolini non ce la fa da sola a reggere, è necessario un gruppo che faccia progettazione, perché non recuperare dipendenti, magari accantonati o destinati ad altre mansioni, ma che sono stati e sono tutt’ora una possibile risorsa. Si deve inoltre predisporre un percorso di formazione per tutti gli operatori per fargli comprendere l’importanza di lavorare in equipe, rivedere il ruolo del terzo settore e sopratutto rivedere i rapporti di esternalizzazione (cooperative che gestiscono i servizi da anni senza un minimo di valutazione dei risultati!!). Poi in una seconda fase aprire il confronto con la sanità che rimane specie in settori strategici avulsa e assente.
Questa città sta andando verso rischi gravi, ma come spesso accade le cassandre non vengono ascoltate nei tempi giusti, purtroppo qualcuno ne pagherà le conseguenze, i bambini, gli anziani non autosufficienti, le famiglie fragili, i giovani con problemi psichiatrici, gli immigrati che lavorano nelle fabbriche la vetroresina per le barche dei miliardari a 1000 euro al mese. Lasciamo questa città a chi specula a chi ricava utili con il PRG formato amici degli amici, a chi vuole (??) le spiagge libere senza bagnini, cosa importa se muore affogato un povero cristo che viene nella spiaggia libera d’estate a Fano, basta che guadagnano i bagnini che hanno fatto il salotto di vimini e danno l’asciugamano bianco tutti i giorni.
Carlo De Marchi
Consigliere comunale di Bene Comune


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