Due giornate in Consiglio Comunale

demarchi_carlo.jpgPresentate in queste settimane due mozioni: una sullo Sport come” attività educante ed a servizio della salute dei cittadini” ed una sul problema dell’acqua, per “una migliore conoscenza e divulgazione sull’uso dell’acqua di rubinetto e contro l’eccessivo uso di acqua in bottiglia” nelle nostre famiglie e nei ristoranti. Passa la mozione sull’acqua con fatica e con una maggioranza che taccia il nostr intervento di “iniziativa politica” per avene “vantaggi personali” e che esce dall’aula in blocco. Restano Neuman, Sorcinelli ,Cucuzza e Cecchi oltre il gruppo della Tua Fano ed il Sindaco. La mozione ha introdotto un emendamento richiesto dalla Tua Fano che “riconosce la capacità della giunta di aver mantenuto l’acqua pubblica”. Della minoranza esce Stefanelli, si astengono di Berluti, Valentini, Sanchioni e Cecchi ( assenti Rovinelli, Fulvi ed Uguccioni). Durante il dibattito se ne sono sentite delle belle; la cultura dell’uso dell’acqua pubblica di rubinetto è ancora lontana se si pensa che ad una richiesta di alzare la mano per conoscere chi tra i consiglieri usa acqua di rubinetto, solo tre sono state le braccia alzate.
Bocciata invece in un silenzio assordante con un intervento dell’assessore allo sport Antognozzi del tutto incomprensibile, con attacchi non si è capito verso chi e cosa, senza rispondere minimamente alle richieste avanzate dal sottoscritto, quella sullo sport.
Stessa fine ha avuto il giorno sucessivo l’Ordine del Giorno sul Nucleare in cui si chiedeva di dichiarare il comune di Fano”territorio contrario alla produzione e all’uso di energia nucleare”. Buon intervento di sostegno da parte di Mancinelli, della Tua Fano non seguito dal suo gruppo, contrari PDL, Destra, UDC, Socialisti e Riformisti. L’ opposizione…… tre presenze, astenuto Maiorano. Comunque vista la bocciatura siamo autorizzati in campagna elettorale a dire che il centro destra, vuole una centrale nucleare nel nostro territorio…..alla faccia degli inceneritori. Si allegano i tre interventi.

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Mozione urgente per portare acqua in bottiglia sulle tavole dei ristoranti

Al Presidente del Consiglio
Comune di Fano
Considerato che:
– Per quanto l’Italia faccia parte dei paesi più sviluppati al mondo, il diritto di accesso all’acqua potabile è ancora in certe zone limitato sul piano quantitativo e, soprattutto qualitativo, il che spiega perché l’Italia figura al primo posto al mondo per consumo pro-capite d’acqua minerale in bottiglia.
– Situazioni locali di disfunzionamento burocratico, d’incuria gestionale e di corruzione politica ed economica, hanno spinto molte collettività locali ad abbandonare la gestione pubblica dei servizi d’acqua per affidarli a società private. La tendenza alla privatizzazione sembra imporsi a passi da giganti nell’indifferenza quasi generale.
– Nel nostro Comune per altro le varie vicende legate alla presenza dei nitrati nella nostra acqua di falda e le varie ordinanze a questa seguite, ha disassuefatto i cittadini all’uso dell’acqua di rubinetto, ritenuta dai più non bevibile
– Che da allora ulteriori informazioni non sono state offerte alla cittadinanza
– Che dopo di allora l’acqua del nostro acquedotto con i cambiamenti avvenuti ed in particolare con la realizzazione del potabilizzatore di Serrungarina che permette l’uso di acqua di superficie come quella del Metauro, è ormai ritenuta buona e regolarmente potabile
– C’è necessità di sensibilizzare i cittadini all’uso dell’acqua del rubinetto che è “buona, controllata, comoda (arriva a casa) e poco costosa”, e che questo impegno vista la situazione può far parte dell’iniziativa amministrativa,
– Il regolamento comunitario 852/2004, in riferimento ai ristoranti ed esercizi di distribuzione alimentare, si esprime affermando che: “Non esiste alcun obbligo di legge a vendere acqua minerale in bottiglia”

In considerazione di tutto ciò si impegna il Sindaco e la giunta

• A promuovere la conoscenza pubblica, collettiva sui problemi dell’acqua per favorire una partecipazione effettiva dei cittadini alla gestione democratica dell’acqua
• Favorire informazioni tali da permettere anche nei locali pubblici, a chi lo chiedesse, di poter ricevere acqua in “brocca”
• a favorire mediante gli organi di Stampa comunali, Fano Stampa e la pubblicazione periodica di Aset, un più ampio uso dell’acqua di rubinetto rispetto all’acqua in bottiglia, cosa che caratterizzerebbe il nostro territorio non solo per una iniziativa altamente civile, che è quella di promuovere l’uso dell’acqua pubblica, ma anche per quella di operare concretamente per la riduzione di una grossa fetta di rifiuti.
• Rendere noti i periodici esami svolti dal servizio idrico sulle caratteristiche dell’acqua dell’acquedotto per stimolare i cittadini all’uso dell’acqua di rubinetto

Carlo De Marchi
Consigliere comunale di Bene Comune

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Mozione

Fano 12/5/08

Un’attività sportiva a servizio della crescita e della salute della persona

La pratica di un’attività sportiva viene considerata da tutti fondamentale per una crescita psicofisica equilibrata e la sedentarietà è considerata la causa principale dell’incremento dell’obesità infantile, ma a queste affermazioni di principio non conseguono azioni coerenti. La scuola prevede poche ore settimanali e spesso in strutture inadeguate, gli spazi per attività ludiche sono sempre più ridotti nelle città, le società sportive, che ormai reclutano bambini in età di scuola materna, hanno spesso struttura verticistica con destinazione di maggior parte delle, per altro sempre insufficienti risorse, alle prime squadre.
Con le modifiche al Titolo V della Costituzione,che attribuisce alle Regioni potere legislativo concorrente in materia di ordinamento sportivo, il ruolo degli Enti Locali territoriali assume un significato determinante nella programmazione dell’attività sportiva.
L’Unione delle Province Italiane e il Coni hanno in tal senso sviluppato un protocollo d’intesa nel settembre 2005 con obiettivi condivisi per lo sviluppo di progetti specifici che valorizzino le esperienze locali.
E’ necessario definire il ruolo che può assumere 1’Amministrazione Comunale rappresentando il Comune 1’ambito operativo della maggior parte delle associazioni sportive a Fano.
Non solo è necessaria una revisione degli impianti che devono rispondere a requisiti ottimali per collocazione e utilizzo, ma anche di definire le finalità degli interventi che andrebbero coordinati fra scuole e associazioni sportive ricordando che i ragazzi dovrebbero essere l’obiettivo di tutti i progetti educativi. Questo non per eliminare la competizione che è parte importante dell’aspetto agonistico delle attività sportive, ma per conciliarla con la possibilità di una pratica polisportiva, perché 1’intervento sia finalizzato alla salute dei cittadini e per una corretta distribuzione territoriale delle attività e delle risorse disponibili in un momento di riduzione dei finanziamenti pubblici, che quindi a maggior ragione non possono essere dispersi
Tutto questo considerato si impegna il sindaco e la giunta
Ad avviare una programmazione delle attività sportive finalizzate ad un processo formativo ed educativo dei ragazzi e della salute dei cittadini
A porsi in posizione centrale, nell’interesse dei cittadini, per promuovere un confronto propositivo fra chi opera nell’educazione sportiva dei giovani
A programmare un progetto globale di intervento,evitando la parcellizzazione degli stessi o peggio ancora la contrapposizione fra le varie entità.
A prevedere interventi di finanziamento come già realizzato con la Fondazione Teatro
Ad operare per un’ integrazione con le varie attività giovanili ed in particolar modo quella dei centri per adolescenti.

Carlo De Marchi
Consigliere comunale di Bene Comune

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Fano 12.05.08

Ordine del giorno sul nucleare

Premesso che:

Grazie al referendum del 1987, l’Italia è stato il primo paese tra i più industrializzati ad uscire dal nucleare. Solo alla fine degli anni ’90, infatti, verrà seguita dalla Germania con la definizione dell’exit strategy dalla produzione di energia elettrica dall’atomo entro il 2020, e più recentemente dalla Spagna.
Nonostante la ripresa o l’intenzione dichiarata di programmi nucleari in alcuni paesi, perché si ritiene che questa fonte possa essere una delle soluzioni per la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera, il nucleare è una fonte energetica in declino sullo scenario mondiale. Infatti secondo le stime dell’Aiea sul contributo dell’atomo alla produzione elettrica mondiale contenute nel rapporto “Energy, elettricity, and nuclear power estimates for the period up to 2030” pubblicato nel 2007, nei prossimi decenni si passerebbe dal 15% del 2006 a circa il 13% del 2030.

– Le convinzioni dell’utilità di ricorrere all’energia atomica per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili si scontrano con i tanti problemi irrisolti di questa tecnologia. Tra tutti la sicurezza delle centrali, la gestione dei rifiuti radioattivi e lo smantellamento (decommissioning) degli impianti, la loro protezione da eventuali attacchi terroristici, il rischio della proliferazione di armi nucleari, le riserve naturali sempre più scarse di uranio e inoltre i costi veri di un KWh da produzione elettronucleare.

Rilevato che:

– Sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a 22 anni dal terribile incidente di Chernobyl, non esistono le garanzie necessarie per l’eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva. E non garantirebbero la sicurezza intrinseca nemmeno i reattori su cui sta studiando il Generation IV International Forum, cui l’Italia partecipa, tramite Euratom.

– Rimangono anche tutti i problemi legati alla contaminazione “ordinaria” delle centrali nucleari in seguito al rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento dell’impianto a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione che vive nei pressi.

– Non esistono poi ad oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività delle centrali o dal loro decomissioning. Le circa 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino ad oggi nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivo, stoccati in depositi “temporanei” o lasciati negli stessi impianti dove sono stati generati. Lo stesso vale ovviamente anche per il nostro Paese che conta secondo l’inventario curato da Apat circa 25mila m3 di rifiuti, 250 tonnellate di combustibile irraggiato – pari al 99% della radioattività presente nel nostro Paese -, a cui vanno sommati i circa 1.500 m3 di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria e i circa 80-90mila m3
di rifiuti che deriveranno dallo smantellamento delle 4 centrali e degli impianti del ciclo del combustibile.

– Oltre al problema legato alla sistemazione definitiva delle scorie, esiste anche la necessità di rendere inutilizzabile il materiale fissile di scarto per la possibile
costruzione di bombe, a maggior ragione in uno scenario mondiale in cui il terrorismo globale è una minaccia attualissima. Gli impianti nucleari attivi – e lo stesso discorso vale per quelli in costruzione – se da una parte possono diventare obiettivi sensibili per i terroristi, dall’altra producono scorie dal cui trattamento viene estratto il plutonio, materia prima per la costruzione di armi a testata nucleare. Nell’attuale quadro mondiale si corre il forte rischio che ci possano essere Paesi che vogliano sfuggire al controllo della comunità internazionale – come nel caso dell’Iran -, che potrebbero utilizzare il
nucleare civile come grimaldello per dotarsi di armamenti nucleari.

Evidenziato che:

– Nonostante da più parti si continui a spacciare il nucleare come una tra le fonti energetiche meno costose, l’apparente basso costo del KWh nucleare è dovuto esclusivamente all’intervento dello Stato, direttamente o indirettamente, nell’intero ciclo di vita di una centrale dalla costruzione allo smantellamento sino allo smaltimento definitivo delle scorie. A tal proposito sono illuminanti le conclusioni della ricerca “The economic future of nuclear power” condotta dall’Università di Chicago nell’agosto 2004 per conto del Dipartimento dell’energia statunitense sui costi del nucleare confrontati con quelli relativi alla produzione termoelettrica da gas naturale e carbone. Secondo il rapporto dell’Università Usa, considerando tutti i costi, dall’investimento iniziale e dalla progettazione fino ad arrivare alla spesa per lo smaltimento delle scorie (che incide fino al 12% del prezzo totale di produzione elettrica), il primo impianto nucleare che entrerà in funzione produrrà elettricità a 47-71 dollari per MWh, escludendo qualsiasi sovvenzione statale all’industria dell’atomo, contro i 35-45 dei cicli combinati a gas naturale. Conclusioni paragonabili a quelle raggiunte dal Massachusetts Institute of Technology nel rapporto “The future of nuclear power” pubblicato nel 2003 che dice che i costi del chilowattora prodotto con carbone e gas, sono rispettivamente di 4,2 centesimi e 4,1 centesimi di dollaro, mentre il chilowattora nucleare (di una centrale in grado di operare per quarant’anni) costa ben 6,7 centesimi di dollaro.

– Occorre fare i conti con le riserve di U235 (l’uranio fissile altamente radioattivo che rappresenta il combustibile dei reattori nucleari): al ritmo di consumo attuale, la sua disponibilità potrà essere stimata per circa 70 anni, ma se la richiesta crescesse, si potrebbe riproporre una situazione del tutto simile a quella delle “guerre per il petrolio” e con i tempi di realizzazione delle centrali.

– Nel periodo 2001-2005 è stata completata, nel mondo, la realizzazione di 16 reattori la cui costruzione (dai permessi all’allacciamento alla rete elettrica) è avvenuta con tempi che si attestano attorno ai 200 mesi, ovvero quasi vent’anni.

– Il nucleare non può essere considerato la risposta ai cambiamenti climatici in atto, tantomeno in un Paese come il nostro che è in grave ritardo rispetto agli obblighi presi a Kyoto nel 1997. Se l’Italia volesse allinearsi alla produzione elettrica media UE da fonte nucleare (pari al 30%), dovremmo prima localizzare sul territorio italiano e poi costruire 8 reattori come quello in costruzione in Finlandia (è il più grande al mondo), oppure 8 come gli ultimi costruiti in Francia tra il ‘96 e il ‘99, oppure 12 reattori della stessa taglia del più grande in costruzione attualmente in Cina oppure 13 di quelli di tipologia russa. Una strada difficilmente perseguibile, mentre quella più facilmente percorribile è fondata soprattutto sul risparmio, sull’efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Quest’ultima rappresenta una soluzione più immediata, sostenibile e addirittura più economica.
Pertanto tutto ciò premesso

Il Consiglio Comunale
delibera

di dichiarare il comune di Fano”territorio contrario alla produzione e all’uso di energia nucleare”, di vietare su tutto il territorio comunalel ’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica e di garantire la massima trasparenza e partecipazione nell’eventuale processo di individuazione di siti di stoccaggio per le scorie derivanti dal decommissioning delle centrali dismesse dopo il referendum del 1987 sul territorio”

Carlo De Marchi
Consigliere comunale di Bene Comune


Commenti

Una risposta a “Due giornate in Consiglio Comunale”

  1. Avatar maurizio tomassini
    maurizio tomassini

    Caro Carlo tieni duro, il livello è quello che sappiamo e servirebbero le telecamere(quelle che vuole Ettore Marini)per fare vedere a tutti i cittadini come si svolgono i Consigli Comunali.

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