I danni della mareggiata

La mia osservazione è molto drastica e sicuramente improponibile, lo so, ma è la realtà, anche se nessuno vorrà mai accettarla.
Il mare, il vento e le tempeste stanno solo facendo il loro corso, probabilmente aggravato dal surriscaldamento e dallo sfruttamento che noi uomini abbiamo perpetrato in tutti questi ultimi anni, cioè dalla fine del ‘700 ad oggi, con una crescita esponenziale dalla seconda metà dell’800 in poi, che non sono poi molti, se li confrontiamo con l’età della terra.
I ghiacciai si stanno sciogliendo molto più velocemente del previsto e non credo che occorrano dei luminari della scienza per capire che il mare, l’acqua e il vento non si fermano.
Ero una bambina, cioè almeno 30 anni fa, quando hanno cominciato a fare le scogliere.
Prima le hanno fatte fra Fano e Pesaro, poi a Pesaro, e ancora a Torrette e a Marotta c’era un mare meraviglioso, limpido e senza alghe, senza meduse, ricco di vongole, cannelli e calcinelli (i nomi scientifici non li so, ma tutti capiscono di cosa parlo). Mentre quelli di Fano e Pesaro cominciavano già a imputridirisi. Non si sentiva mai parlare di mareggiate così dannose, benchè gli inverni fossero anche più rigidi.
Una volta fatte le prime, il mare ha cominciato a sfogarsi nei punti dove ancora queste non erano state messe. Allora, invece di chiedersi perchè e di cercare soluzioni più razionali e durevoli nel tempo, si è continuato così anno per anno.
Ogni estate ce n’erano di più e ogni inverno il mare faceva più danni.
Nonostante ciò si è continuato e i risultati sono stati davvero eccezionali. Il nostro mare, da Pesaro a Senigallia almeno, è tutto un acquitrino, con acque putride e spesso emananti odore di marcio, non c’è più traccia della fauna ittica che tutti potevano pescare liberamente per uso domestico. Ma nonostante ciò fioccano le bandiere blu. Misteri della burocrazia……….!!!
Non solo, sulla spiaggia e i litorali, zone a rischio per loro stessa natura, abbiamo costruito non solo strutture residenziali con mono-, bi-, trilocali, mansarde e autorimesse, pompando per mesi l’acqua dalle fondamenta e riempiendo il vuoto artificalmente creato con quintali di cemento, ma anche ristoranti, alberghi, sempre più spostati in avanti sulla linea di costa. E addirittura chioschi, bar, piscine, salotti, sale computer, discoteche e via andare, in belle, solide, rigide e pesantissime strutture in cemento, magari armato, laddove una volta c’erano al massimo gli ombrelloni e dei capanni di legno, che si smontavano e si rimontavano a ogni cambio di stagione, lasciando libero il mare di sfogarsi come voleva, senza creare troppe perdite alle attività umane. Però non ci bastava, e no.
Abbiamo quindi continuato il nostro percorso, andando sempre più veloci verso questo disastro annunciato. Ma non siamo ancora contenti.
Nell’ultimo piano regolatore di Fano era stato previsto un ulteriore potenziamento delle costruzioni sul mare, da quelle più complesse a quelle cosiddette “leggere”, quanto leggere poi è tutto da stabilire. La Provincia sembra le abbia bocciate. E cosa è successo? Qualcuno si è forse rallegrato di questo sprazzo di lucidità degli amministratori?
No, al contrario, tutti, e dico tutti, anche le forze di opposizione, si sono scatenate contro l’attentato allo sviluppo turistico della città, legato appunto, in quest’ottica dissennata, di nuovo e sempre, allo sviluppo edilizio, invece che al miglioramento dell’offerta delle attrattive naturali e dei servizi da offrire ai turisti.
Vogliamo far arrivare cittadini delle metropoli italiane e straniere in un concentrato in miniatura, e quindi per ciò stesso ancora più caotico, dei mali che hanno lasciato a casa, traffico, aria cattiva, spiagge sovraffollate e chiassose, piene di raccoglitori di immondizia stracarichi, di bottiglie e contenitori di plastica che fuoriescono da tutte le parti, di passeggiate a mare dove non si può passeggiare perchè non c’è lo spazio vitale per farlo, con macchine, motorini e biciclette parcheggiate ovunque, sulle aiuole, sui marciapiedi, nei passi carrabili ecc.? Quanti potranno arrivarne, mentre gli ultimi trends dimostrano che sempre più persone cercano invece gli agriturismi e strutture simili?
Ora, di nuovo, dopo questi ultimi episodi di mal tempo, e l’inverno è solo all’inizio, tutti gridano a nuove scogliere come panacea di tutti mali. Quanto potremo farle alte queste scogliere, per essere protetti dalla furia delle acque? Un paio di metri sopra il livello del mare?
Sarà bellissimo poi passare una vacanza nelle nostre spiagge, davanti a un muraglione fetido, che impedisce sia la vista, che la balneazione, che il refrigerio della brezza marina.
Ma io certo mi sbaglio e se tutti ritengono che questo sia il modo giusto di operare, sarà certamente così.


Commenti

Una risposta a “I danni della mareggiata”

  1. Avatar angus dawson
    angus dawson

    Ottimo articolo – troppa carne al fuoco per rispondere punto per punto. Ma ad ogni mareggiata, i concessionari cui è stato con tanta miopia permesso di ‘costruire sulla sabbia’ – gli stessi che ci hanno privatizzato le spiagge – levano la voce per chiedere altri soldi pubblici come risarcimento per i danni provocati anche da loro. E perversamente li ricevono, i soldi pubblici. In breve, voglio dire che questa è una delle tante lotte da tentare.

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