Tanto rumore per nulla

“Tanto rumore per nulla” così mi sentirei di commentare il dibattito sul nuovo ospedale unico. Un teatrino che va avanti da mesi su un progetto che è un sogno,  che però non ci fa vedere la realtà. La realtà è che ancora si fa fatica ad intravvedere le linee di programmazione di una unitaria attività sanitaria dei due nosocomi e di tutta la provincia di Pesaro.  Ma già parlare di ospedale è molto più stimolante nell’immaginario collettivo, solo avendo nei nostri occhi i magnifici ospedali delle sit-com che ormai abitano abitualmente nelle nostre TV ci sentiamo “bene”; ma l’obiettivo della salute sarebbe non usarli per niente quegli ospedali.  La prevenzione,  la diagnosi precoce i servizi territoriali sono le cose che miglioreranno la nostra salute. Ma quanto sono affascinanti quei medici e dottoresse in tuta bleu. E già ma intanto abbiamo lunghe liste di attesa per tanti servizi con due ospedali, poi cosa succederà? IL servizio sanitario non è “l’ospedale”, il servizio sanitario è una rete di servizi capace di offrire un prodotto salute al cittadino che prima di tutto è prevenzione  e poi è bene  essere. Ci troviamo di fronte ancora a servizi intasati anche perché prevalentemente non c’è una corretta selezione della domanda. Più TAC, Risonanze, ecografie si offrono e più sembra che le liste di attesa si prolunghino. Le nostre sale operatorie prolungano interventi fino ai tardi pomeriggi e sembrerebbe che ciò non basti ancora, continuano le cessanti migrazioni sanitarie con le mete più disparate. Pensiamo che tutto ciò si possa risolvere con un ospedale nuovo? Bene Comune da anni chiede hai politici locali un atto di seria responsabilità da una parte smettendola di prospettare “cardiochirurgie” o megaospedali ad ogni angolo di strada e nello stesso tempo con questa storia dell’ospedale unico rimandare un serio progetto di organico coordinamento delle strutture esistenti. E’ vero le nostre strutture, anche per scempiaggine di vecchi amministratori, sono di “cartone” di nome e di fatto, ma partendo da queste, ove possibile con anche piccoli ammodernamenti ( sarebbe sufficiente che le degenti non stiano in letti presenti nell’ospedale di Fano dal 1954) e con un costante aggiornamento tecnologico ( chiedere che vengano riviste attrezzature laparosocopiche in uso da ormai 20 anni ed i cui costi, credetemi,  sono davvero irrisori rispetto ai baget sanitari), valorizzazione e  formazione del personale esistente,  già si potrebbe dare una risposta esauriente alle necessità. Questo permetterebbe già una corretta analisi degli sprechi e la programmazione di nuove offerte terapeutiche; permetterebbe già sin d’ora individuare risorse per servizi che con la prossima finanziaria rischiano di sparire, come quelli domiciliari. Anni fa la Regione Marche avviò il processo di programmazione Sanitaria e lo chiamò “Un patto per la salute”. Credo che mai termine sia stato più azzeccato. E’ ora che amministratori, politici, operatori si confrontino senza cembali e grancasse e stabiliscano un patto di seria collaborazione per la “salute di tutti” – –


Commenti

3 risposte a “Tanto rumore per nulla”

  1. Ma l’ipotesi b) non si inventa ha bisogno di percorsi formativi innanzitutto, di aziende che investano sul personale. Poi bisogna anche essere realisti la casistica non si inventa è valutabile secondo parametri epidemiologici,ed a volte sono sufficenti servizi anche a raggio interregionale. Se in un territorio non si raggiunge un numero adeguato per maturare competenze, non ti puoi inventare malati per tenere aperto un servizio. Il problema reale è che non si sta programmando niente, che esisteranno semmpre doppioni e che quindi risorse per le così dette eccellenze sarà sempre difficile reperirle

  2. Avatar massimo la perna
    massimo la perna

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    Un recentissimo caso, al S.Croce, ha fatto emergere limiti di esperienza clinica e terapeutica ai quali, non senza costi personali per il paziente, si e’ alla fine rimediato fuori Regione. In un ospedale con bacino di utenza piu’ ampio, e’ piu’ difficile che questo succeda, e questo si puo’ ottenere con una maggiore mobilita’: a)dei pazienti (per i quali contano le distanze, non i confini amministrativi)lungo tutto il ciclo terapeutico; b)dei meno numerosi operatori, e solo per i tempi delle prestazioni richieste. A chi giova l’ ipotesi “a” ?

  3. Avatar Antonio Colucci
    Antonio Colucci

    Giustificano la necessità di un nuovo Ospedale con l’impossibilità di aggiornare alle nuove tecnologie strutture vecchie come il “Santa Croce” e il “S. Salvatore”. Peccato che anche quando hanno avuto la possibilità di creare ex-novo edifici per la sanità abbiano fatto clamorosi errori nella progettazione e una volta terminate le costruzioni si è dovuto reintervenire per sanare, per quanto possibile, le magagne. Vedi ala nuova del “Santa Croce” oppure la Residenza Protetta di S. Lazzaro, inaugurata l’anno scorso, con una sala mensa e un soggiorno insufficienti a contenere tutti gli ospiti e tanti altri inconvenienti. A pensar male si fa peccato, ma visto ciò che ormai risulta acclarato dai fatti e cioè il grande sistema corruttivo che ruota intorno alla spesa pubblica in Italia, non è azzardato temere cha attorno a questo progetto di nuovo Ospedale si scatenino i voraci appettiti della politica.