Piscina e Fondazione…siamo sicuri?

Quella della piscina è una delle telenovelas che accompagna  la vita della nostra città da più di 25 anni, trovate un fanese che non desideri una nuova  piscina veramente funzionale. Ed ecco ricompare per l’ennesima volta ‘Babbo Natale Tombari’ ( inutile dire che verremo bacchettati e si dirà ma non è Tombari è tutto il consiglio, mah …. a noi risulta sempre l’ing. Tombari) che promette la costruzione della nuova piscina.  E chi non è d’accordo peste lo colga. Non credo sia davvero popolare mettere in discussione questa operazione, tutti i fanesi infatti saranno affascinati da questa ipotesi, una piscina “agratis” cosa vuoi di più.

Ma è veramente gratis? Abbiamo seguito nei mesi scorsi le varie vicissitudini che hanno riguardato la grave perdita subita dal patrimonio  della Fondazione a  causa di una operazione a dir poco sprovveduta del Presidente, riguardanti l’acquisto di azioni di Banca Marche con una perdita netta del patrimonio di 45 milioni di Euro. Bene!  Ci si domanda dove troverà  soldi la Fondazione per un’opera così onerosa? Come è possibile realizzarla senza intaccare ulteriormente il patrimonio, cosa che mai una fondazione deve fare. Mi dispiace caro Ingegnere anche questa operazione non ci piace, ci mostri il bilancio, documenti che conseguenze ha avuto il  deficit provocato da quell’infausta operazione, poi si potrà valutare con cognizione di causa.

E poi, è davvero compito della fondazione impiegare i propri soldi per simili iniziative? Non possiamo che ribadire un concetto che già da tempo abbiamo espresso, non crediamo che sia compito di una Fondazione ampliare il proprio patrimonio con immobili improduttivi, siamo per una Fondazione che in sintonia con l’Ente Locale contribuisce nel dare risposte ai molteplici impegni, sociali, culturali ed ambientali, realtà che per altro noi crediamo possano essere la vera risorsa  economica  e dello sviluppo turistico  della nostra città.

Concludendo, se la Fondazione si sente così prodiga, per altro lo deve per statuto, perchè non interviene in maniera più decisa a risolvere l’annoso problema del Teatro Romano, prima che, sotto le grinfie dei nostri illuminati amministratori, faccia la fine dell’anfiteatro “tombato” sotto una ” moderrna” lottizzazione. Sarebbe quell’auspicato brand che un recente convegno organizzato da BC ha ritenuto essere necessario per un nuovo sviluppo economico e turistico della nostra città. La tutela di un bene per quale è necessario risolvere un difficile arbitrato con la proprietà, l’istituzione di un centro didattico museale sperimentale capace di caratterizzare nella romanità la nostra città.
Quello della piscina, così come di altre necessarie strutture della nostra città, deve essere la politica a definire luoghi e strategie. Ci risiamo di nuovo. Sembra un deja vu, si ripete l’approcccio di due anni fa con l’ospedale , quando intervenì di imperio, con la Fondazione pesarese, imponendo Fosso sejore come sede “obbligata” ; ma dove si deve sentire dire che sia una Fondazione a decidere dove e come costruire le strutture strategiche di una città.

 


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