Una storia tutta sbagliata: la ciclabile dell’Arzilla

Una storia tutta sbagliata

 

Con la fame di piste ciclabili che c’è a Fano avendo a disposizione 400 mila Euro andrebbero investiti per realizzare collegamenti fra gli spezzoni che ci sono o andrebbero spesi per un percorso naturalistico che c’è da più di 25 anni e funziona benissimo?

E se, sbagliando, la giunta comunale sceglie questa seconda opzione, i soldi andrebbero investiti per sistemare entrambi i tratti o per fare opere faraoniche e inutili solo in un tratto?

E se, sbagliando, la giunta comunale sceglie questa seconda opzione, i soldi andrebbero investiti per sistemare il fondo del percorso esistente o per allargarlo inutilmente molto oltre quanto prevede la legge, costringendo a sbancare la scarpata e quindi tagliare più di 30 alberi?

E se, sbagliando, la giunta comunale sceglie questa seconda opzione, per fare i lavori il percorso andrebbe chiuso a tratti, in modo da consentire comunque un suo uso parziale, oppure andrebbe chiuso tutto per 3 mesi costringendo ogni giorno centinaia di persone, lavoratori e studenti, a scendere sulla Statale con tutti i rischi che questo comporta?

Quando la pista riaprirà, al posto di 70 metri di siepe piena zeppa di more i bambini si troveranno una gabbionata di pietre e ferro, al posto di un percorso naturalistico bellissimo e ombreggiato si troveranno una anonima pista ciclabile infuocata d’estate.

E dopo aver buttato al vento 400 mila Euro ci sarà ancora il primo tratto, da in fondo a Via Paleotta al ponticello sull’Arzilla, che si allaga alla prima pioggia.

Davvero una storia tutta sbagliata.


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