AMBITO SOCIALE

Preso atto
– che il riordino delle politiche sociali attraverso l’istituzione delle strutture d’Ambito sebbene di grande valore innovativo è particolarmente difficoltoso,
– che ancora non è radicata una cultura di condivisione progettuale che permette ai vari comuni di avviare progetti attraverso al messa in comune delle risorse economiche
– che le indicazioni regionali in questo periodo , ancora in fase sperimentale, non possono che essere generiche, provocando però una serie di incertezze agli enti locali,
– che spesso ai comuni più grandi vengono richiesti impegni, anche economici, di cui non è sempre chiaro il ritorno,
– dei contrasti che emergono dall’autonomia decisionale dei vari comuni,
– del ritardo dell’attuazione di quanto auspicato nell’O.d.g. del 14 febbraio
– della difficoltà di processi di integrazione e sussidiarietà tra i vari enti,
– della assoluta necessità che si realizzi il necessario completamento del processo con la sperata integrazione socio sanitaria,

Considerato per altro che il processo di integrazione è inevitabile e che il piano di zona diventa lo strumento per definire strategie comuni e come tale per non fallire deve essere sottratto alle contrapposizioni politiche ed individualistiche mentre deve affermarsi anzitutto il principio di collaborazione fra enti

Impegna la giunta e de il sindaco

– a richiedere alla Regione Marche l’approvazione di un testo di legge a recepimento della legge 328/2000 nel quale tra l’altro si stabilisca l’assetto territoriale degli Ambiti sociali, possibilmente coincidenti con gli altri settori ( sanità, lavoro, istruzione, ambiente ecc…)
– a richiedere finanziamenti certi, a carico del bilancio Regionale e locale con previsioni di stanziamenti su base triennale;
– a richiedere la definizione della veste giuridica degli Ambiti territoriali e dei ruoli del coordinatore d’ambito e dello staff per quanto riguarda i profili giuridici, funzionali, numerici e contrattuali;
– a richiedere l’istituzione di un fondo incentivante finalizzato a sostenere la gestione associata, a valere su tutti i trasferimenti di settore destinati ai comuni
– che nel frattempo si avvii subito un tavolo tecnico e politico per la individuazione delle modalità di rafforzamento istituzionale dell’Ambito Sociale e della modalità di gestione integrata dei servizi al fine di rendere efficace questa organizzazione intercomunale nei termini di risposte ai cittadini attraverso servizi efficienti, flessibili e partecipati;
– a manifestare all’assemblea dell’Ambito Sociale la difficoltà a mantenere il ruolo di capofila, con le consequenziali incombenze, ove questo si prefigga come “mero contenitore contabile”, a riconoscere che l’Ambito ha bisogno del comune di Fano, delle conoscenze, delle esperienze e specificità che la città è riuscita ad esprimere in questi anni;
– a mettere in atto ogni legittima azione politica per recuperare la responsabilità del comune di Fano nella Presidenza dell’Ambito
– di attivarsi per costruire strategie politiche territoriali di respiro capaci rafforzare (ove esiste) e costruire ( dove manca) un sistema di protezione sociale solido ed indipendente

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