La fretta di Ucchielli

Negli interventi trionfalistici apparsi nei giornali di questi giorni Ucchielli, Ceriscioli e Corbucci, magnificano la nuova società Marche Multiservizi, nata dall’incorporazione di Megas in Aspes.
La prima cosa che tutti hanno dichiarato è che le tariffe non scenderanno, ma aumenteranno gli investimenti. Per chi non conoscesse il “politichese” significa che le tariffe aumenteranno.
Ma la cosa che appare francamente incomprensibile è il perché di tanta fretta. In presenza di annunciati riassetti legislativi nazionali in materia di erogazione di servizi pubblici, di una proposta di legge sull’acqua e sul riassetto degli Ato in discussione in Regione e della presentazione in Parlamento di una proposta di legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua (per la quale anche nella nostra provincia si sono raccolte oltre 3.000 firme), quale era la vera urgenza che ha spinto il Presidente della Provincia a chiudere subito la partita, facendo arrabbiare anche i suoi alleati di Rifondazione, Verdi e Pdci?
Inoltre come pensa di risolvere l’incompatibilità della Provincia che si trova ad essere controllore e controllato? Come fa la Provincia di Pesaro ad essere nella compagine azionaria della nuova società e ad esercitare il ruolo di controllo? Ucchielli ha dichiarato che gli Ato potrebbero essere eliminati ed inclusi tra le funzioni della Provincia. Ma è proprio la situazione della provincia di Pesaro che rende impraticabile la cosa. Ucchielli ci ha infine raccontato la “favola” che la nuova società è saldamente in mano pubblica avendo tra Comuni e Provincia il 56% delle azioni. Gli italiani sanno che al privato basta molto meno del 44% per decidere e comandare. Infine nessuna garanzia per i lavoratori.
Vien da fare ai tre personaggi – diessini doc – la famosa richiesta “diteci qualcosa di sinistra!”.
Io per la verità mi accontenterei anche di una più semplice dichiarazione di quale vantaggio concreto potranno godere i cittadini da questa operazione, e nel frattempo – da fanese – sono contento che Aset non sia entrata in questa vicenda che pare avere dei contorni prettamente politici e senza alcun reale vantaggio per il nostro territorio.


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