A chi spetta incentivare la raccolta differenziata?

Non c’è dubbio che per essere interlocutori credibili, di fronte alla gente e di fronte alle Istituzioni, qualsiasi soggetto “politico”, compresi quelli espressi dalla società civile (comitati, associazioni, liste civiche), debba mettersi nell’ottica di proporre idee e soluzioni ai vari gravi problemi che si presentano sulla scena politica.
Uno dei problemi principali è sicuramente lo smaltimento dei rifiuti, che se nel caso di Napoli ha toccato punte di vera emergenza e drammaticità, per molti territori è comunque una delle priorità. Nel nostro comune, fra l’altro non possiamo certo dimenticare il caso della cava di Carrara, finita al centro di un traffico illecito di smaltimento di rifiuti.
Sul tema dello smaltimento dei rifiuti, c’è una duplice azione da fare: una di informazione e formazione verso i cittadini, e l’altra progettuale e legislativa nei confronti delle Istituzioni.
Nell’azione verso i cittadini occorre pensare ad una opera costante, semplice, con linguaggi immediati e ripetuti nel tempo, di educazione ad un consumo responsabile e ad una tendenza a ridurre i consumi superflui, invasivi o addirittura dannosi per le persone e per l’ambiente.
Nell’azione verso le Istituzioni, si tratta di proporre idee e proposte di legge, che necessariamente tengano conto di risultati ottenibili nel breve, nel medio e nel lungo periodo.
Nel breve periodo l’unica proposta realizzabile è solo la raccolta differenziata, per la quale si è fatto pochissimo ed avrebbe la possibilità di un margine di crescita molto importante, visto la bassissima percentuale su cui ci assestiamo oggi. Raddoppiarla è solo un problema di volontà politica, e nell’immediato sarebbe una prima, seppur parziale risposta, con risultati affatto trascurabili.
Stupisce a questo proposito l’uscita di un articolo dei giorni scorsi della lista “La Tua Fano”, che chiede di estendere la raccolta differenziata “porta a porta” a tutta la città e tendenzialmente a tutti i comuni della vallata del Metauro. Ma la società ASET non è forse gestita dal 2004 proprio da esponenti della lista La Tua Fano (prima Cicetti e poi Mattioli)? Nella ripartizione del potere della giunta Aguzzi questa società è “toccata” a questa lista, pertanto a chi lo chiedono oggi? E perché in questi quattro anni la raccolta differenziata non è aumentata?. Non si può “predicare bene e razzolare male”. Sta proprio alla lista La Tua Fano oggi dimostrare coerenza con quanto affermano a parole.
Inoltre nel medio periodo il lavoro possibile, sempre riguardo ai rifiuti, è legato alla riduzione del packaging e degli imballaggi industriali, da rendere obbligatoria per legge. Gli esempi potrebbero essere innumerevoli, e una maggiore aderenza degli imballaggi al prodotto venduto, ridurrebbe enormi volumi e diminuirebbe i materiali da separare (a chi non è capitato di aprire una scatola di cioccolatini, in cui l’imballaggio era complesso, fatto di molti materiali, e sicuramente molto più voluminoso del prodotto stesso?).
Infine nel lungo periodo le proposte non possono che essere (anch’esse attraverso apposite leggi) la riduzione, o addirittura il divieto di utilizzare alla fonte materiali non riciclabili, da parte dell’industria, per gli imballaggi dei prodotti.


Commenti

Una risposta a “A chi spetta incentivare la raccolta differenziata?”

  1. Avatar Alessandro Crespi
    Alessandro Crespi

    Il tema della raccolta differenziata è molto complesso e meriterebbe una trattazione più ampia ed articolata. Come in ogni campo della vita comune si dovrebbe partire dalla cultura del cittadino per poi analizzare tutte le questioni tecniche legate a questo tema che in Italia ormai sta esplodendo.
    Vorrei riportare una notizia della quale, qualche giorno fa, sono venuto a consocenza ascoltando una trasmissione radiofonica. Nel Comune di Moncalieri è stato aperto un centro di raccolta differenziata nel quale è possibile portare i rifiuti debitamente separati ed il Centro di raccolta in base alla quotazione giornaliera del materiale ricevuto eroga in contanti il prezzo corrispettivo. L’esempio portato era relativo al prezzo della carta di un giorno di maggio pari ad € 50,00 per tonnellata. Ho controllato l’importo che l’ASET rimborsa in bolletta DOPO UN ANNO ai cittadini fanesi che portano il materiale nel suo centro di raccolta ed ho notato con sorpresa che tale importo ammonta ad € 30,00. E’ possibile una tale differenza di importi? E’ possibile che una società pubblica possa lucrare su un tema così delicato come i rifiuti? E’ possibile che il rimborso arrivi dopo un anno?
    Queste sono domande che potrebbero essere rivolte ai nostri amministratori.
    Alessandro Crespi
    Presidente Associazione “Solidarietà Etica”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *