Il coraggio della politica sulla ferrovia Fano-Urbino, e gli interventi odierni di Mirco Ricci e Giancarlo D’Anna

Dispiace vedere che sul tema della ferrovia Fano-Urbino la politica abbia veramente poco coraggio. Non ci sono infatti, le prospettive e le visioni, che pure dalla politica si dovrebbero pretendere, di medio e lungo periodo. Non c’è, a mio avviso, da parte della politica neanche la voglia di considerare la possibilità che si possa dare un contributo di vero cambiamento in un periodo di svolta epocale della nostra storia.
Nelle dichiarazioni di Mirco Ricci, Consigliere Regionale in rappresentanza della provincia di Pesaro e Urbino invece, si ritorna ad ipotizzare l’utilizzo del tracciato della ferrovia Fano-Urbino come pista ciclo-pedonale. Non dico che ovviamente non vadano creati o potenziati i percorsi ciclopedonali per rendere più fruibili le bellezze delle nostre colline, ma con tanti tratti di sentieri ai bordi di campi e stradine secondarie, proprio l’attuale tracciato ferroviario della Fano-Urbino si deve utilizzare? Probabilmente è anche più costoso, nonchè meno adatto, ristrutturare ponti, gallerie e viadotti per farci passare le biciclette in sicurezza, piuttosto che utilizzare viottoli di campagna già sperimentati ed utilizzati dalla gente.
E’ però deludente anche l’intervento del Consigliere Giancarlo D’Anna, che insieme a Bresciani, leader della lista Libertà e Futuro, tornano ad ipotizzare il ripiego su una metropolitana leggera, per valorizzare il tracciato della Fano-Urbino. Anche in questo caso sembra un atto di poco coraggio e, oltre alle difficoltà tecniche di riconversione ad un sistema di trasporto comunque diverso, c’è il rischio che essendo la competenza delle metropolitane in capo agli enti locali – che notoriamente hanno meno risorse – si allontana l’obiettivo del suo riutilizzo. Solo chiedendo con forza la partecipazione e l’investimento della Rete Ferroviaria Nazionale, si può sperare in una ripresa del progetto, e non si può certo non coinvolgere il Ministro Matteoli che – se non erro – è dello stesso partito di D’Anna.
Non vanno certamente sottovalutate le difficoltà per il ripristino di un’opera abbandonata ormai da circa vent’anni, ma se la politica abbandonasse una visione limitata al periodo che intercorre tra una elezione e l’altra, tutto può essere possibile, basta volerlo ed impegnarsi a trovare i finanziamenti europei necessari, come è stato già fatto in altri territori. In un’epoca in cui si comincia finalmente a discutere della necessità di trovare modalità alternative di trasporto, rispetto alle auto, investire sul sistema ferroviario sarebbe il modo più concreto per cominciare ad invertire una tendenza. Invece gli investimenti sulle ferrovie rimangono sempre all’ultimo posto. In Italia abbiamo un sistema ferroviario che, se si escludono i recenti progressi sull’Alta Velocità – vero e proprio specchietto per le allodole –, non è certamente degno di un Paese sviluppato come ci vantiamo di essere. Non c’è nessun incentivo per gli spostamenti brevi tramite ferrovia ed anzi l’attenzione per i pendolari ferroviari è calata costantemente negli ultimi anni, fino ad arrivare a veri e propri disservizi.
Da questo punto di vista il ripristino della ferrovia Fano-Urbino potrebbe veramente rappresentare il simbolo di una svolta. Una svolta che sarà possibile solo con il concorso di tutte le Istituzioni, locali e nazionali. Se si vuol fare un concreto passo in avanti, occorre che innanzitutto Provincia e Regione manifestino concretamente la loro volontà su questo tema. E non è certo rassicurante l’intervento di Mirco Ricci del PD, a questo proposito.


Commenti

3 risposte a “Il coraggio della politica sulla ferrovia Fano-Urbino, e gli interventi odierni di Mirco Ricci e Giancarlo D’Anna”

  1. Non mi è mai andata giù la chiusura di quello che fu definito un ramo secco dall’allora ministro Signorile. Non ho mai sopportato le spese faraoniche per inutili e devastanti bretelle di cemento che aiuteranno i cittadini a risparmiare 3 minuti con la propria auto, quando con quei soldi chissà cosa si sarebbe potuto fare per questa ferrovia… e non mi dilungo. Non sono un tecnico, ne un politico che è capace di capire quali siano le giuste competenze locali, nazionali o europee. Son convinto però che sia un argomento che non porti gran voti, altrimenti lo avrebbero preso a cuore anche altri. Per questo, pur sentendomi distante dalle posizioni politiche della destra (anche se Fini ultimamente fa di tutto per confondere le acque) devo riconoscere in quella di D’Anna l’unica voce che in questi anni ha portato avanti la prospettiva di apertura, certamente non dalla sinistra, e neppure dai verdi (e questa è stata la delusione più grande, a parte l’ultimo convegno in cui però se ne sono sentite delle belle). Quindi se si tratta di differenze da limare… limiamole, di termini da precisare, precisiamoli. Ma una giusta causa per il bene-comune deve essere affrontato assieme.

  2. Caro Darpetti, ti prego di informarti prima di attribuire ad altri pensieri opinioni ed impegno.
    Per quanto mi riguarda la battaglia per il ripristino ferrovia della Fano-Urbino è una battaglia non elettorale come tu cerci di far credere- forse perché in tale tu la vuoi trasformare- ma risale addirittura alla legislatura Carnaroli quando presentai una mozione a favore del ripristino della linea con l’intervento delle Ferrovie dello stato in collaborazione del Genio Ferrovieri, Genio che tale linea potrebbe contribuire a risistemare e addirittura gestire, la mozione che venne bocciata da centro sinistra. La “ metropolitana leggera” altro non è che un termine che viene utilizzato per indicare mezzi moderni rispetto alle vecchie motrici che potrebbero confondere anche nel giudizio i cittadini. Se poi ci fosse un intervento degli enti locali che male c’è, non paga forse la Regione Marche milioni euro l’anno alle ferrovie per il trasporto locale? Tu parli di impegnarsi a cercare finanziamenti europei. L’hai fatto? Io attraverso la europarlamentare Roberta Angelilli, che ha visitato personalmente la nostra ferrovia, sono anni che seguo attentamente ogni bando europeo per eventualmente segnalarlo alla Regione , insieme agli amici della FVM abbiamo negli scorsi anni organizzato un incontro tra amministratori locali marchigiani e responsabili della ripristinata ferrovia Merano Malles con sopralluogo e incontro con tecnici e autorità per valutare sul campo progetti e risultati. Ho partecipato, in qualità di vice sindaco di Fano insieme al presidente Ucchielli ad un incontro al ministero delle infrastrutture sempre per la Ferrovia Fano Urbino.Ho negli anni sollecitato la Regione Marche ad intervenire fattivamente sulla vicenda ma contrariamente alla Regione Lazio, che è intervenuta se non altro in fase progettuale sulla Caprinica Orte da Palazzo Raffello niente di concreto. Matteoli? E’ un ministro serio e a parte l’amicizia o l’appartenenza politica, giustamente aspetta che la Regione e non un suo “amico” prenda una posizione chiara e concreta per agire.In questi anni ho partecipato a diversi incontri pubblici, convegni manifestazioni e mi accingo a partecipare fattivamente alla pulizia di un tratto della ferrovia domenica prossima e a te caro Darpetti non t’ho mai visto ne sentito se non di recente, appunto in campagna elettorale per criticare quanto non conosci.
    Giancarlo D’Anna

  3. Ormai l’espressione “miopia della politica” è diventata proverbiale; non si riesce a guardare più in la del proprio naso, che in questo caso corrisponde al mandato elettorale.
    Anche in questo caso, del ripristino della ferrovia Fano-Urbino, occorre dimostrare che a Fano, e nella vallata “un’altra politica è possibile”!!

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