Una Fano dei bambini è una Fano più vivibile per tutti.

cardelliEsiste un posto che si chiama Coriandoline, in cui le case sono tutte colorate come grandi coriandoli, in cui ci sono mostri che mangiano le macchine per lasciar giocare i bambini e in cui sopra i garage ci sono delle colline verdi da cui i bambini possono vedere tutta la pianura ed assistere alle albe e ai tramonti. Nessun sogno, nessun paese delle meraviglie. La strada non è “prima stella a destra e poi dritto fino al mattino”. Ma A1, uscita di Reggio Emilia, Correggio. Coriandoline non è che un piccolo quartiere di Correggio (potete trovare tutte le informazioni sul sito www.coriandoline.it). Non l’ha costruita nessuno gnomo o fata, ma una cooperativa sociale che ha creduto che i sogni dei bambini fossero la realtà più vera su cui valesse la pena investire. E una volontà politica che si è data da fare per rendere la propria città un poco a misura di bambino, con grandi parchi e percorsi ciclabili.
Si cambia posto: Marche, litorale adriatico. Anno 1991: una cittadina della riviera, non particolarmente conosciuta ai più, che eppure cominciava un percorso straordinario. Era il sogno e il progetto di un pedagogo, Francesco Tonucci: fare della propria città una città dei bambini. E un esempio per le altre città.
Fano città dei bambini è stato per anni il fiore all’occhiello della nostra città: imitata ed esportata dopo che il CNR ha adottato il progetto “Città dei bambini”, mantenendo Fano come città pilota (www.lacittadeibambini.org). Un progetto ampio che sceglieva di fare del bambino “il parametro”, il riferimento della propria città, avvalendosi della semplice constatazione che il bambino è portatore di bisogni che coincidono con quelli della maggior parte dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli e meno considerate, e che fare del bambino il riferimento equivale a garantire le necessità di tutti i cittadini, soprattutto delle fasce più deboli e meno considerate.
Nessun volo pindarico dunque. Ma il riconoscimento semplice e schietto della straordinaria concretezza delle esigenze dei bambini: una città sicura, accogliente, nella quale sia ancora possibile meravigliarsi (nel gioco, nel contatto con la natura e con la sua bellezza), nella quale potersi muovere autonomamente senza rischi. Richieste estremamente elementari, ma che ci ricordano che una città misurata sul bambino è decisamente più vivibile anche per l’adulto. Passeggiando per la nostra città ci si ritrova sempre a disagio pensando che questa città, ormai pericolosissima da attraversare per chiunque non sia dentro un auto, è citata come città pilota per il progetto “Città dei Bambini” che il CNR ed in particolare il pedagogo fanese Francesco Tonucci hanno esportato in tanti altri comuni italiani e non. Purtroppo i bambini non votano e le asfaltature creano più consenso di progetti per una città vivibile, così le varie giunte hanno fatto in fretta a mettere in disparte quel progetto. Quello che rimane (e che è comunque notevole) lo si deve alla passione delle operatrici e alla sensibilità di alcune insegnanti, ma non alle amministrazioni che da almeno dieci anni sembrano averlo dimenticato. Emblematico l’ultimo Prg approvato: un tentativo disperato di costruire anche l’ultimo lembo di prato. “Abbiamo fatto tutti contenti” ha concluso Falcioni, ma siamo sicuri che in questo luogo invivibile che sta diventando la nostra città saremo tutti contenti perché qualcuno ha cento metri edificabili in più? Hanno chiesto al “Consiglio dei Bambini” cosa ne pensavano della città che gli hanno imposto per il futuro? Forse i bambini del consiglio, dopo aver visto Coriandoline, un quartiere nel comune di Correggio progettato insieme ai bambini, si sentiranno un po’ presi in giro girando per Fano. Noi crediamo fermamente che salvare Fano dall’invivibilità è ancora possibile ma che questo richieda un cambio di prospettiva. Il bambino deve essere riferimento nelle politiche di una città, perché ne va del bene di tutti. Per questo ci proponiamo di dare nuovo slancio al progetto “Fano, città dei bambini” e mettiamo tra le priorità da affrontare quanto prima:

  1. Rilancio immediato e successivo allargamento del progetto “A Scuola ci andiamo da soli” con l’individuazione e la costruzione di piste ciclabili e percorsi alternativi per rendere sicure le strade percorse dai nostri bambini
  2. Restituzione alla festa “La città da giocare” dello spazio che aveva e che le è stato via via sottratto (passando da una settimana ad un solo giorno!)
  3. Creazione di un festival internazionale della fiaba e valorizzazione degli eventi ludici esistenti, al fine di restituire alla fantasia e al gioco la loro centralità educativa: la fiaba è un meraviglioso tappeto volante su cui bambini (e anche adulti) possono far salire la propria fantasia. Ma è anche un veicolo straordinario di intercultura e integrazione: attraverso la fiaba le culture si incontrano, si raccontano e si riconoscono.
  4. Valorizzazione delle belle esperienze che si stanno portando avanti grazie alla sensibilità di alcune scuole, sia nel campo dell’integrazione e dell’intercultura, (attraverso scambi culturali tra le nostre scuole e scuole del sud del mondo, che potrebbero essere facilmente incrementati grazie alla presenza nel nostro territorio di importanti associazioni che operano in Africa o in sud America potrebbero), sia nella sensibilizzazione alle tematiche ambientali all’importanza del riciclaggio (al punto da poter considerare alcuni bambini validissimi educatori anche per gli adulti!)

Lucia Montesi
Lista Civica Bene Comune


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