LE CONTRADDIZIONI del percorso verso il nuovo Ospedale Pesaro-Fano

Al recente convegno dell’associazione “Essere Democratici”, una corrente del PD, abbiamo assistito ad una ulteriore “passerella” di coloro che stanno promuovendo l’idea di realizzare l’ospedale unico tra Pesaro e Fano. Ora lo slogan è diventato l’ospedale “nuovo” e non l’ospedale “unico”, probabilmente per “depotenziare” – almeno linguisticamente – l’immagine che dovrà essere realizzata una struttura che, almeno sulla sanità, dovrà giocoforza unire Pesaro e Fano.
Rispettiamo l’idea legittima di questo progetto che contiene, come tutte le cose, dei “pro” e dei “contro”. Ci piacerebbe, però, assistere ad una analisi più obiettiva ed approfondita, per vedere da che parte “pende” la bilancia: se a favore o contro questa nuova prospettiva. Non siamo contrari a priori, ma cipiacerebbe essere convinti della bontà del progetto dalla forza dei numeri, dalla simulazione di un piano strategico di qui a diversi anni a venire, o dai dati di un piano aziendale sufficientemente dettagliato, piuttosto che ascoltare solo slogan verbali ad “effetto”.
In attesa di avere questa occasione, in cui speriamo ci sia anche un vero contradditorio di posizioni diverse,ci limitiamo a registrare le contraddizioni che abbiamo ascoltato dagli interventi dell’Assessore Mezzolani e dal dirigente regionale della sanità Ruta.
Ruta inizia col dire che “la maggior parte delle risorse dovranno essere investite sul territorio”, che il Patto Nazionale per la Salute prevede una diminuzione dell’attività ospedaliera, che in futuro servirà investire prevalentemente su “prevenzione e fragilità”. Dice altresì che occorre addirittura passare dalla prevenzione alla “predizione”, ossia ad una attività di studio e ricerca per capire cosa succederà in futuro e quindi “predire” le mosse successive. Bene, senza dire quali risorse e come, verranno investite sul territorio, sulla prevenzione o sugli studi e ricerche, passa “tout court” a parlare di come dovrà essere il nuovo ospedale. Ma se l’ospedale doveva essere l’ultimo tassello di un progetto molto più vasto di sanità, perché si parte proprio dalla fine? Questa ci sembra una prima contraddizione.
L’intervento dell’Assessore Mezzolani è invece tutto incentrato sul fatto che il nuovo ospedale sarà ( testuali parole) “il punto di partenza di un grande cambiamento di tutta la nostra provincia, con ricadute su tanti altri settori; le due città saranno costrette a rivedere il cuore urbanistico di oggi, a ridisegnare i Prg, le viabilità. Tutto ciò muoverà interessi, genererà ricchezza e benessere diffuso, creerà lavoro e coinvolgerà la nostra imprenditoria”. E continua così, in uno slancio di chi si vede già “novello condottiero” verso una grande rivoluzione urbanistica. Ci si scorge  una certa contraddizione: ma non parlavamo di sanità? L’obiettivo non era un servizio più efficace per il malato? Ora capiamo anche perché questo argomento mette d’accordo destra e sinistra, e perché al convegno ci fosse anche una più che rappresentativa delegazione de La Tua Fano. Diceva Don Tonino Bello: “privilegiate l’uomo più che la pietra!”, nella consapevolezza che ai politici li gratifica – purtroppo – più occuparsi delle “pietre” che lasciano la loro firma nei secoli, più che dei bisogni dell’uomo.
Mezzolani poi dice che i soldi previsti in finanziaria sono attualmente “congelati”, e quindi non si sa se ci sono, ma che si possono trovare anche in qualche altro modo: anche qui volendo si potrebbero trovare evidenti contraddizioni, ma non vorremmo proprio cercare “il pelo nell’uovo”. Infine l’Assessore dice che il nuovo ospedale servirà per andare “oltre” l’integrazione tra le due strutture ospedaliere di Pesaro e Fano riunite nell’azienda Marche Nord. Questa ci sembra l’ultima contraddizione: come si può andare “oltre” una cosa che ancora non c’è, e che mi sembra si voglia già liquidare con troppa fretta prima ancora che si sia tentato un vero percorso di integrazione tra le due realtà? Si teme forse che una vera integrazione funzionale faccia emergere i nodi ed i reali problemi della sanità provinciale che altrimenti non si vorrebbero affrontare? Al prossimo dibattito – speriamo – la possibilità di discutere di queste cose. –