Ultime riflessioni su sanità, salute ed ospedale unico

Non posso che esprimere ancora una volta forti riserve sul clima nel quale si sta dibattendo la questione del nuovo Ospedale unico Fano Pesaro, confermando quanto già in altre occasione ho affermato, e che cioè tutto questo bailamme tende a nascondere e mettere in secondo piano la difficoltà della gestione dell’attuale processo di fusione, che mi sembra arrancare nel suo cammino. Siamo sicuramente in una delle fasi più critiche, dove sarebbero necessarie oltre a decisioni chiare e trasparenti, anche condizioni e premesse che favoriscano il dialogo e il confronto tra le professionalità dei due nosocomi. Mi sembra invece che il clima spinga verso un contrasto e una diffidenza reciproca, tanto che si rischia di dare ragione a chi si pronuncia con sospetto sul concetto stesso di fusione. E non è certo la novità a familiarizzare con gli amministrativi pesaresi, che crea queste condizioni, bensì la difficoltà di sentire che ciascuno dei due spazi sanitari è riconosciuto come portatore di ruoli e competenze, con pari dignità, utili al processo stesso. Prima che un atto amministrativo, quindi, questa fusione, dovrebbe essere un’unità operativa che fonda nel dialogo clinico tra le varie equipe, che s’incontrano, che si confrontano senza preconcetti e preclusioni, mettendo al centro la persona con il suo bisogno di salute e non le proprie strategie di spazio e di ruolo. Sarebbe necessaria una bella rivoluzione copernicana. Se devo dire quello che sento, mi sembra che la dirigenza e l’amministrazione facciano poco per il raggiungimento di questi risultati. Qualche mese fa ci è stato presentato un piano, è ancora quello? Perché non se n’è parlato più insieme? Ascoltiamo interventi di politici che fanno la voce grossa, vedi il nostro sindaco, che pur non sapendo neanche di che si parla, elargiscono ampie rassicurazioni. Come si dice a Fano? Contenti e …! Che cosa vuol dire che a Fano “ resterà chirurgia d’urgenza”; cos’è la chirurgia d’urgenza? Che io sappia a Fano non è mai esistita la “chirurgia d’urgenza”! C’è sempre stata una chirurgia! Resta? Opererà ciò che le competenze dei medici consentiranno di operare? Se sono nate nuove idee, è bene che si sappiano. Il piano aziendale mostratoci mesi fa dalla dirigenza a dire il vero si esprimeva in maniera molto più selettiva e determinata a ben dividere i ruoli tra i due ospedali. Vale ancora?A Fano secondo il piano, spettava l’area medica e a Pesaro l’area chirurgica, è ancora questo il progetto? A che punto è l’atteso processo di coordinamento fra i due ospedali che deve creare risorse per le strutture mancanti? Sono necessarie trasparenza e decisioni chiare, poi la gente farà le proprie valutazioni politiche, salvare capra e cavoli non è possibile. Sappiamo d’iniziative che stentano a prendere il volo. Sappiamo che sono stati erogati fondi cospicui, a sei zeri, per istituire centri e servizi, già segnati negli annali nazionali, senza che ancora se ne veda la luce. Queste e altre cose sono le storie di una fusione che è una buona idea, così si sono mossi, infatti, anche in Emilia Romagna (insieme a Veneto e Lombardia le regioni con il miglior sistema sanitario), ma che richiede coraggio e chiara programmazione, il rischio è la paralisi. L’ultima ciliegina su questa storia, l’ha messa, credo involontariamente, anche la visita del Prefetto che, sicuramente preso dal discorso e dalla presenza dei”soli” Primari al suo incontro, (a proposito perché non tutte le rappresentanze professionali?), ha invitato i Primari dei vari reparti a pilotare questo processo d’innovazione. I Dirigenti dell’U.O. Complesse (oggi si dice così) sono sicuramente le figure più competenti e responsabili, ma nei trentacinque anni di professione ho sempre creduto che la sanità fosse la sintesi mirabile di personale medico e infermieristico, dirigenze sanitarie e amministrative e che i rappresentanti ideali a un simile processo fossero le forze sindacali e professionali. Temo che il “solo” parere dei Primari non riesca a far superare le eventuali contraddizioni che potrebbero nascere di fronte a programmazioni complesse, accorpamenti, nuove soluzioni organizzative che anzi dovranno tener conto di tutti i pareri, le competenze e le professionalità presenti nei due ospedali. Perché è questo che si vuol fare vero?

Carlo De Marchi


Commenti

Una risposta a “Ultime riflessioni su sanità, salute ed ospedale unico”

  1. Avatar Giorgiopana
    Giorgiopana

    Ho gia espresso altrove il mio apprezzamento per l’importante contributo di De Marchi alla discusiione seria e competente. Era da tempo che si andavano chiedendo anche ad altre parti politiche prese di posizione nette e chiare. E, anzi, credo che valga la pena di continuare a farlo.
    Spero anche (ingenuità?) che non vada perduta l’occasione della manifestazione del giorno 11 (perchè non partecipare?).
    Saluti.

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