Inchiesta Arcobaleno e Cava Solazzi

Mi sembra ben articolata, e anche tempestiva, la dichiarazione di Torriani, Stefanelli e Cipriani in merito al caso Rovinelli, coinvolto nell’inchiesta Arcobaleno sul traffico illecito di rifiuti smaltiti in alcune discariche della nostra Provincia. E’ il segno evidente di una nuova classe dirigente del PD che intende prendere le distanze da certe situazioni del passato. Ma è veramente sufficiente limitarsi a gettare tutta la croce addosso a Renzo Rovinelli? Io penso di no. Se gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta, nelle loro intercettazioni, si riferivano a Rovinelli come “chiave per entrare in tutte le porte”, quali erano effettivamente quelle porte? A chi ci si riferiva? Rovinelli era “prezioso” per questi imprenditori che ambivano a smaltire i rifiuti illecitamente nella nostra zona, in quanto “presidente dell’Aset a Fano e capo di gabinetto del Presidente della Provincia a Pesaro”. In considerazione di ciò è ipotizzabile che i suoi superiori non sapessero nulla? Rovinelli puo’ aver fatto tutto da solo? Difficile da credere. La Provincia non è per nulla coinvolta? E il candidato sindaco Federico Valentini, nonché consigliere provinciale di maggioranza da cinque anni, non ha nulla da dire? Sono domande legittime che derivano dalla lettura delle inchieste giornalistiche, sempre precise e puntuali, ma anche molto documentate, di Lorenzo Furlani. Inoltre stupisce anche il silenzio dell’Amministrazione Comunale fanese e del Sindaco Aguzzi, che sembrerebbe non voler approfittare di questa situazione che riguarda la forza politica più forte tra i suoi avversari, sebbene il Comune di Fano appaia danneggiato da questa situazione se non altro per il coinvolgimento della discarica di Monteschiantello. Tutto è effettivamente poco chiaro, anche perché, secondo le dichiarazioni tratte dalle intercettazioni dell’imprenditore Gennari, egli sostiene di aver dato “sia da una parte che dall’altra” e quindi di essere stato tranquillo e sereno in attesa di vedere chi avrebbe vinto le elezioni del 2004. Purtroppo un certo tipo di politica molto affaristica ci ha abituato a queste trasversalità. Effettivamente in tanti casi destra e sinistra si scambiano i ruoli! Essendo il problema dello smaltimento dei rifiuti un tema eticamente rilevante, “è fondamentale – diceva un recente documento della CEI – che tutte le scelte siano compiute nel segno della trasparenza e della partecipazione dei cittadini e vengano gestite garantendo la piena legalità”. Sarebbe il segno di una politica nuova, che in questo settore, finora, è mancata completamente.
In ogni caso c’è un problema che Aguzzi deve affrontare con coraggio e tempestività: occorre procedere al ripristino ambientale della Cava Solazzi. Infatti una volta accertato che in quel sito sono stati smaltiti rifiuti in maniera illecita, e quindi senza le autorizzazioni necessarie, indipendentemente che si tratti di rifiuti più o meno pericolosi, gli stessi vanno comunque rimossi. Ciò è quanto mai importante anche per tranquillizzare le popolazioni di quel territorio, che di fronte alle analisi finora effettuate, ritenute insufficienti o insoddisfacenti, vivono nel terrore che quel materiale possa produrre effetti negativi sulla propria salute e su quella dei propri figli. Se quei rifiuti nella Cava Solazzi non avrebbero dovuto essere scaricati, ora dovranno essere rimossi, e spetta al Comune di Fano effettuare l’operazione di rimozione, salvo poi farsi risarcire i costi che sosterrà dalla proprietà della Cava.

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