Sulla sicurezza non basta metterci una toppa.

Il progetto sulla sicurezza del Comune di Fano, presentato oggi nella sala della Concordia, che mette in campo l’esigenza di costruire relazione tra giovani e adulti, dopo le scorribande di bande di adolescenti in diversi quartieri è una iniziativa interessante che però risulta scollegata da una progettazione complessiva sulle tematiche dell’adolescenza. Ancora una volta si interviene quando i processi sono scoppiati, a fine legislatura, si cerca di porre rimedio e dimostrare che qualcosa si è fatto prendendo al “volo” l’ultimo finanziamento regionale sulla sicurezza urbana. Negli anni precedenti (cinque) cosa si è fatto? Rimaniamo quindi dell’idea che questa sia la strada da mettere in campo per affrontare seriamente le tematiche ma che c’è una contraddizione di fondo a cui l’Assessore deve rispondere e non i dirigenti e funzionari che per lunghi mesi hanno dovuto gestire un servizio in emergenza per una grave carenza di personale, l’Assessore deve rispondere di aver decurtato di circa il 30% l’appalto alla cooperativa Crescere e di aver penalizzato soprattutto l’educativa domiciliare destinata a ragazzi e famiglie in stato di grave disagio.
Il sociale non è un costo, ma un investimento soprattutto tenendo presente che prevenire costa molto meno che poi curare Questa amministrazione non ha fatto una programmazione organica, è andata avanti nella quotidianità dell’emergenza e speso l’emergenza l’ha travolta come quella che accade quotidianamente nella nostra città dove deve intervenire la polizia a svolgere un ruolo di supplenza per limitare i danni dei ragazzi che marinando la scuola compiono atti che vanno al di là di una semplice trasgressione.
In un Consiglio comunale ormai nelle sue fasi finali si è dibattuto di questi problemi con una “vergognosa” assenza dell’assessore Carloni la cui delega alle politiche giovanili è servita ad organizzare corriere per portare i ragazzi in discoteca in modo che se bevevano oltre il consentito. Non ci si può riparare dietro qualche sala prove musicale o qualche evento mondano organizzato per i nostri giovani. I problemi sono più seri e profondi tant’è che alla riduzione dell’impegno pubblico e alla scomparsa di una rete di prevenzione corrisponde una crescente richiesta da parte delle scuole di interventi di tutela di minori a rischio, di minori stranieri, di supporto alle famiglie in difficoltà. Era compito dell’Assessore e non dei suoi funzionari, di delineare anche se ormai con un ritardo incolmabile, la politica della Giunta del Fare su questo problema sollecitato con una nota da ben dieci associazioni di volontariato locale. Il tempo è scaduto, i manifesti con gli slogan e le facce dei candidati riempiono la città, e questo Convegno, comunque molto interessante non aggiunge molto alla grave carenza delle politiche della sua Giunta nel settore sociale.

3 comments to Sulla sicurezza non basta metterci una toppa.

  • Giacomo Furlani

    Scrivi qui il tuo commento.
    Bravo Carlo! articolo corretto,incisivo e rispettoso degli operatori che si sono trovati a lottare contro i mulini a vento, per le condizioni di lavoro indecenti in cui questa amministrazione li ha costretti.

    L’incontro è stato un possibile sviluppo dello storico progetto adolescenti, ho alcune perplessità sul gruppo sperimentale di studio nel territorio della V cicoscrizione, anche perchè non è stato detto con chiarezza chi ne farà parte, a che titolo, con quali professionalità coinvolte e soprattutto non si è detto nulla su chi sarà e con quali modalità verrà scelto il super esperto che lo dovrà coordinare (bracchiamoli perchè trionfi il merito e la trasparenza).

    Con tutto il rispetto per il mitico Mario Pollo, che circa dieci anni fa ha svolto un’interessante ricerca azione analoga a quella che si vorrà mettere in campo, mi chiedo se dovremmo aspettarci l’incarico ad un nuovo luminare delle scienze antropologiche, ma privo dell’adeguata conoscenza del nostro territorio, oppure se verrà dato spazio ad uno dei tanti bravi e preparati professionisti locali che sono a spasso.

  • Nicola Orazietti

    L’unico neo sarebbe quello di dover sopportare quei bei faccioni nei manifesti elettorali per ogni 2 o 3 anni. Il che non mi sarà facile!!
    Però occorre essere obbiettivi e bisogna riconoscere che c’è il rovescio della medaglia, infatti come sostiene Neumann, favoriremo l’economia dei manifestoni elettorali, vi sembra poco? Cosa dite, lo riusciremo a creare un posto di lavoro in più, dai, almeno un part-time!?
    Scherzi a parte sono pienamente d’accordo con l’iniziativa, io affiancherei a questo anche la pubblicazione in rete aggiornata in tempo reale dei risultati realizzati affiancati a quelli promessi, costringendo la giunta ad una conferenza dettagliata che spieghi il perché certi risultati non sono stati raggiunti. Noi Italiani cambiamo 3/4 allenatori di calcio all’anno perché non raggiungono i risultati promessi e teniamo lì una giunta comunale che ci prende per il culo, promette risultati che non raggiunge e gli permettiamo di dire in giro che li ha raggiunti…
    Io ho le “scatole” piene dei miei(nostri) dipendenti comunali che pago regolarmente tutti i mesi con le tasse e che non fanno un cazzo e non li posso mandare via, il mio datore di lavoro mica è così buono, se non facessi un cazzo mi licenzierebbe subito…e farebbe bene!!!

  • Il gran movimento di questo periodo di voler dimostrare “il fare”, queste toppe a un mese dalle elezioni, mi inducono a pensare che cinque anni tra una elezione e l’altra siano troppi. Se fossero ogni due o tre anni. Avremo strade asfaltate più spesso, iniziative positive più frequenti, accelerazione dei lavori nei cantieri, e anche un po’ più di fermento all’interno delle singole liste (basti vedere cosa è accaduto l’ultimo consiglio comunale)… se non ricordo male in altri paesi come l’Inghilterra le elezioni locali sono proprio così…
    Ho sviato dal tema, ma mi sembra comunque un argomento interessante.

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